L’Occidente ha tirato un sospiro di sollievo per le elezioni francesi di domenica 10 aprile. Il presidente Emmanuel Macron ha vinto il primo turno. Putin non tanto. Macron è fondamentale nell’Unione Europea e nella Nato contro la Russia, ha cinque punti di vantaggio sulla candidata di estrema destra Marine Le Pen, simpatizzante di Putin da lungo tempo. Quella che era una campagna elettorale sonnolenta è esplosa negli ultimi giorni, quando la nazionalista Le Pen ha visto in salita i sondaggi aiutata dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi energetici e alimentari e Macron al contrario ha visto in discesa i suoi. La saggezza popolare ha sempre sostenuto che la Francia non voterebbe mai per un estremista, ma non è detto che non potrebbe mutare. Per cominciare la Le Pen potrebbe attirare alcuni sostenitori del candidato di sinistra Jean Luc Mélechon con un populismo alla Trump. L’elitario Macron deve competere per mostrare ai francesi che comprende le loro ansie economiche. Nel suo discorso del dopo elezioni di domenica, Mélechon – con il 22% dei voti – ha ripetutamente dichiarato ai suoi elettori di non dare un solo voto a Marine Le Pen. Dall’invasione dell’Ucraina la Le Pen ha cercato di minimizzare la sua passata affinità con Putin. Una presidenza Le Pen euroscettica causerebbe all’Unione Europea la peggiore crisi dalla Brexit. Farebbe sorgere seri dubbi sulla coesione del fronte occidentale contro Putin e esultare il leader russo che ha visto vincere recentemente un altro suo simpatizzante, il Primo Ministro ungherese Viktor Orban. In questa campagna elettorale c’è un avvertimento per le democrazie occidentali. Macron ha giocato da statista globale, mentre la Le Pen ha sfruttato la rabbia dei francesi verso i costi interni provocati dalle sanzioni verso l’economia russa con aumenti energetici e alimentari. Macron deve stare attento a non perdere su questo terreno dando la possibilità a Marine Le Pen di recuperare e diventare la prima donna nella storia Presidente della Repubblica francese.
Enzo Sossi