Sono giorni complessi che, sappiamo, richiedono assunzione di responsabilità.
Gandhi, seguito da Capitini e altri, diceva che il fine sta all'albero come il mezzo sta al seme. I mezzi da usare devono esser coerenti con il fine e, quindi, i mezzi di guerra non sono coerenti con la pace.
Occorre cambiare il paradigma culturale perché davvero possa realizzarsi il motto "se vuoi la pace prepara la pace". Per questo è necessario far tesoro, ma in modo sistematico e continuativo, di quanto esiste, anche in Italia, sulla nonviolenza (ricordando che esiste una differenza radicale tra resa e resistenza nonviolenta alla violenza).
Mentre la "terza guerra mondiale a pezzi" (Francesco) rischia la prosecuzione nella guerra nucleare globale, mi associo al grido dell'attuale Papa (e degli altri del secolo scorso): "Fermatevi! Fermiamoci!".
Alla vicinanza e solidarietà concreta alle vittime della guerra (delle guerre) deve affiancarsi l'impegno per il disarmo e per la convivenza pacifica, con le armi del dialogo, del negoziato e le azioni di costruzione di ponti anziché muri. Ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa in questa direzione.
Questo è anche il tempo di cogliere la possibilità di dichiararsi obiettori alla guerra. Infatti, il Movimento Nonviolento, aderente a Rete italiana Pace e Disarmo, propone a tutti di firmare una Dichiarazione che sarà poi consegnata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, allo Stato Maggiore dell’Esercito. In fondo, si tratta di dire: "non contate su di me se volete coinvolgervi nella guerra con più armi, più spese militari, più violenza; perché il modo di difendere la vita, la libertà, la giustizia è la nonviolenza che è vita, libertà, giustizia".
La dichiarazione è aperta a tutti, di qualsiasi età, anche, in particolare, ai cittadini in età di leva dai 18 ai 45 anni e ai ragazzi e ragazze che hanno già svolto il servizio civile sostitutivo, nazionale o universale.
Di seguito il testo, mentre a questo link ci sono ulteriori informazioni.
Dichiarazione di Obiezione di Coscienza
"- Per fermare la guerra bisogna non farla. Per cessare il fuoco bisogna non sparare.
Sono concretamente solidale con gli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori russi e ucraini; chiedo che vengano lasciati espatriare, riconoscendo loro lo status internazionale di rifugiati.
- Lo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano ha già emanato una circolare di preallarme per il personale militare che si deve considerare “pronto all’impiego”. Considerando che la leva obbligatoria nel nostro Paese è solo sospesa e che tale sospensione resta a discrezione del potere esecutivo di Governo, dichiaro fin da questo momento la mia obiezione di coscienza.
- Non sono disponibile in alcun modo a nessuna “chiamata alle armi”. Con la Costituzione italiana ripudio la guerra e voglio ottemperare al dovere di difesa della Patria con le forme di difesa non militare già riconosciute dal nostro ordinamento.
- Sollecito il Parlamento all’approvazione urgente della Legge per l’istituzione della Difesa civile non armata e nonviolenta.
- Ribadisco pertanto la mia richiesta di essere considerato a tutti gli effetti obiettore di coscienza contro tutte le guerre e la loro preparazione, in qualunque modo vogliate chiamare l’uso di armamenti nelle controversie internazionali."
Aggiungo che considero questa dichiarazione coerente con la mia scelta di 40 anni fa di obiezione di coscienza alla leva militare.
Nunzio Marotti