Ho letto la lettera di dimissioni irrevocabili di Umberto Mazzantini dal consiglio direttivo dell’Ente Parco, lettera pubblicata su questo giornale online.
Oltre alla eccessiva permanenza nel cd, il Mazzantini si dimette perché non condivide alcune scelte di politica ambientale da parte del parco.
Avrebbe potuto fare sapere quali scelte non ha condiviso perché chi legge avrebbe meglio compreso.
Era questa una ottima occasione.
Accanto a questa motivazione aggiunge mancata tutela della biodiversità da parte del Parco insieme con una sottovalutazione e ritardi ultradecennali e non comprensibili da parte del ministero della Transizione Ecologica, già ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Affermare che il parco ha mancato ai propri obblighi istituzionali (tutela della biodiversità) associandovi anche il ministero, appaiono accuse pesanti che meritano risposta da parte degli interessati (Parco e ministero).
Personalmente desidero ringraziare Mazzantini per l’energia profusa in trenta anni in un ente nato per la tutela dell’ambiente e del territorio dove vivo e abito, un’amministrazione che dovrebbe essere tesa alla difesa e valorizzazione di un bene comune e per il quale tutti i cittadini sono chiamati a partecipare.
Per questo mi sarebbe piaciuto che la lettera di dimissione non fosse stata indirizzata solo al Presidente del Parco Nazionale, al Ministro della Transizione Ecologica e per conoscenza ad altri soggetti non istituzionali privati ma anche a tutti i cittadini.
Marcello Camici