Troviamo allucinante il post su Facebook di Simone De Rosas riguardo alle elezioni*. A parte lo stile pontificale del Segretario territoriale della Val di Cornia -“esti ca…”, come dicono a Roma-, che magnanimamente fa l’“in bocca al lupo” -formula scaramantica preferita da Gramsci- ai candidati sindaci del Centrosinistra “iscritti al partito” e “civici”; ci domandiamo -forse insieme a molti altri- quanto il compagno Segretario territoriale si è impegnato per fare in modo che in ogni Comune dove si voterà ci sia, per coloro “che hanno comunque a cuore le sorti del centro sinistra e che si oppongono alla destra”, la certezza di avere un candidato.
Per esempio, non è questo il caso di Campo nell’Elba -patria del sullodato Segretario, ove lo stesso è stato Vicesindaco e Assessore in anni recenti- dove il centrosinistra non ha presentato alcuna lista.
Eppure, proprio fino a quando egli era attivo nell’Amministrazione, il partito di cui ora guida la Segreteria territoriale era fiorente e ben presente sul territorio, aveva espresso personalità di rilievo locale capaci di dar vita a compagini amministrative durevoli -tre consigliature consecutive- e di riportare il centrosinistra al governo del Comune dopo una parentesi non proprio fortunata, giusto con il sindaco Lambardi di cui egli era stretto collaboratore (poi, vicesindaco). I più anziani ricordano un mitico segretario locale che non c’è più -e si vede-, sistematicamente impegnato a fare addirittura il giro delle sezioni, con riunioni frequentate e prolungate fino alla tarda serata; e con un corrispondente fervore di discussioni e prese di coscienza, secondo la tradizione che assegnava ai partiti -comunque a quelli di sinistra- compiti informativi e formativi degli iscritti e dei “simpatizzanti” (parola che oggi non può che suonare connotata di cupa ironia).
E’ vero che in breve tempo è cambiato tutto: i partiti sono diventati “liquidi”, si vergognano di storie e bandiere, e -ahinoi!- anche dei loro eroi. Non esistono sedi, non assemblee, non comizi, non coscienze di appartenenza: Facebook, Instagram, TikTok sono l’interfaccia fra partiti e cittadini, in un rapporto personale che arriva a essere confidenziale -commovente il siparietto** sull’amicizia inestinguibile fra il sindaco Lambardi e il suo vice, che ha bisogno di essere proclamata e conclamata tanto più quanto meno è evidente- quasi a divenire un metodo di governo che, se esercitato dagli avversari, si chiamerebbe... altrimenti (mentre per i “buoni” o gli ingenui è solo condivisione di intenti; ma non di passioni, di fedi, di bandiere, che impediscono la “liquidità” del partito).
Così Campo nell’Elba, secondo centro dell’Isola bella, non ha una lista che continui l’impegno e la passione -più o meno consapevole, più o meno matura, più o meno ingenua- dei compagni del partito solido, perché il Segretario locale -dopo aver piamente accompagnato la sua creatura sofferente e anacronistica a una serena eutanasia- è migrato là dove il partito liquido lo chiamava (a rimpinguare le schiere della nuova realtà “larga e fluida” guidata al massimo livello dal reverentemente citato Enrico Letta, uomo tutto d’un pezzo, novello Cincinnato, professore di Scienze delle politiche, costruttore di pace e fedele atlantista).
Torna alla mente la sentenza evangelica: “Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce <…>. Chi è fedele in cose di poco conto è fedele anche nelle cose importanti. E chi non lo è nelle cose di poco conto non lo è neppure in quelle più importanti” (Lc 8, 10 e Lc 8, 8).
Caracuto (e gli Arabi felici)
*Sabato 14 maggio Simone De Rosas scrive su Facebook:
«Voglio fare un grande in bocca al lupo a tutti i candidati sindaci del centro sinistra che oggi hanno depositato le liste e il programma elettorale per le elezioni del prossimo giugno. So bene che tra loro ci sono candidati iscritti al Partito e molti altri ‘civici’ che hanno comunque a cuore le sorti del centro sinistra e che si oppongono alla destra.
Li ringrazio perché amministrare oggi è un mestiere complicato. I comuni sono il primo sportello di aiuto per i cittadini che in un tempo così difficile hanno bisogno di certezze che possono arrivare solo dalla solidità (riscoperta) delle nostre istituzioni. La burocrazia aumenta, invece di lasciare spazio alla politica. E, soprattutto nei piccoli comuni, le difficoltà quotidiane superano di gran lunga le gioie dei nastri da tagliare.
Ma amministrare è anche bello e chi si è candidato non faticherà a scoprirlo.
Come ci ha detto il segretario Enrico Letta pochi giorni fa: “ricordatevi che ai confini dell’Europa c’è chi sta morendo per conservare la democrazia. Non prendetelo come un fatto scontato”.
Io sono d’accordo con lui. PD Toscana».
** Giovedì 12 maggio Simone De Rosas scrive su Facebook a commento di una foto con Lorenzo Lambardi:
“Ne abbiamo passate parecchie io e questo ragazzo qui, quello coi fiori un po’ cimiteriali. Belle e brutte. Com’è normale con un fratello. Abbiamo festeggiato e bevuto da averne abbastanza per due o tre vite e siamo usciti insieme piangendo dal Comune quando è finita la nostra amministrazione. (E pensare che c’è qualcuno che oggi ci spiega la coerenza e qual è la quota di rancore che dovremmo portare.) Siamo stati d’accordo e in disaccordo, come capita in famiglia.
Una cosa non può accadere. Quello che qualcuno sta dicendo in queste ore. Che lui starebbe facendo una lista contro di me per misurarsi.
Perché la nostra amicizia è finita.
Ecco, questo no. La nostra amicizia non si tocca.