Se ne fa un gran parlare in città tra la gente, sui quotidiani, in comunicati dei sindacati e dei partiti, nei comunicati dell’amministrazione comunale e di altre amministrazioni vicine, nei comunicati di associazioni presenti sul territorio e di quelle che hanno anche legami nazionali, nei negozi, in piazza, sui post di Facebook. Riteniamo che sia giusto così, perché “ospitare” un rigassificatore di 5 miliardi di mc annui in un “porto città”, perché tale è il nostro,e poi nel nostro azzurrissimo mare, non sia vicenda di poco conto.
Chi lo avrebbe mai detto che, proprio nel momento in cui si sta sviluppando la diversificazione produttiva, dopo anni di crisi industriale che ha fiaccato famiglie e imprese, ci saremmo dovuti misurare con scelte non nostre, per emergenze determinate da altri e con la sensazione che sia necessario lasciare il passo a chi poco conosce il nostro territorio, le nostre aspirazioni e i nostri progetti?
Progetti, sì, perche le comunità locali progettano, gli imprenditori investono e non c’è da meravigliarsi, come qualcuno invece ha fatto, dicendo che noi non siamo riusciti a cogliere questa opportunità. Non ci sembra un’opportunità collocare qui un impianto considerato pericoloso, tanto da essere disciplinato da norme sui rischi di incidenti rilevanti (Direttive Seveso, decreto 10/5/2015).
Sì, incidenti rilevanti, che ovviamente ci auguriamo non succedano a nessuno e in nessun luogo, ma se dovessero succedere siamo in un ambiente abitato e frequentato da turisti, lavoratori, popolazione. Qui il famoso rischio zero, per chi colloca rigassificatori lontani dalla costa, “ ce lo sogniamo” “ Ma vi possiamo dare ristori in bolletta”il Presidente della Regione Toscana ha così esordito… “No, grazie, ne facciamo a meno e se si pensa ai ristori allora una grande opportunità non può e non potrà mai essere”.
Noi come Comitato Salute Pubblica di concerto con altri comitati cittadini (La Piazza, Camping Cig, Comitato Liberi Insieme) ci siamo rivolti al Ministro per la Transizione Ecologica, alla Regione Toscana, alla Capitaneria di porto, alla Autorità di sistema portuale per evidenziare le nostre ragioni al No. Abbiamo parlato dei problemi di sicurezza, della ipoteca che questo impianto metterebbe sul porto, sulla compromissione o influenze negative inerenti le attività ittiche e le attività turistiche . Ci preoccupa fortemente come l’urgenza governativa potrebbe portare a “ sconti” o” esenzioni” nella applicazione di fondamentali leggi inerenti la sicurezza e l’ambiente. I nostri timori sembrano in parte confermati dal decreto legge approvato dal governo il 2 maggio 2022, nel quale si snelliscono le procedure attribuendole al Commissario, ma al contempo si citano atti normativi imprescindibili, come il decreto legislativo n.152/2006, che salvaguarda ambienti e territori.
Eppure nella bozza che circola, al punto 3, si prevede l’ipotesi dell’esenzione dalla Valutazione di Impatto Ambientale per i rigassificatori. Una norma che esclude dalla valutazione ambientale gli impianti di rigassificazione, per motivi di sveltezza, a noi pare in contrasto con i principi costituzionali e con la stessa legge sopra citata. Ossia, il progetto mira a fornire gas al paese, ma non crediamo in disobbedienza a norme ambientali e tanto meno a norme sulla sicurezza.
Sentiamo comunque parlare, sempre in modo ufficioso, dalla società incaricata dal Governo, Snam, interessata alla realizzazione del progetto, di distanze di attenzione e fasce di rispetto minime (250 metri, contro i 2km di attenzione previsti nel decreto 105/2015 e le 2 miglia dalle fasce di interdizione in mare) e non ci vogliamo credere. La gente abita vicinissima a quel porto, transita in continuazione per il porto e dalla strada di ingresso per Piombino, che ricade nei 2 Km da attenzionare, secondo il decreto sopra citato.
La sveltezza contro la sicurezza delle persone? Abbiamo letto cosa si intende per incidenti rilevanti , gli effetti domino, l’impossibilità, se non garantite distanze di sicurezza da impianti a rischio, di salvare persone. Quindi o le “ voci” pervenute sono prive di fondamento oppure i tecnici incaricati dei rilievi e delle misurazioni dovranno dialogare con il Governo che nello stesso decreto richiama la legge sugli incidenti rilevanti (105/2015).
Confidiamo che l’Amministrazione comunale (il Sindaco ha assunto una posizione di opposizione per le grandi criticità del progetto) si attivi nelle sedi giudiziarie previste dall’ordinamento nel caso il Governo decida di installare un rigassificatore a Piombino, anche se ci auguriamo che il dialogo, la informazione, la politica, permettano di risolvere la vicenda, rispettando la comunità locale, in gran parte schierata per un parere negativo.
Ci rivolgiamo a tutti e stiamo valutando la possibilità di attivarsi per una manifestazione, un corteo o comunque una iniziativa pubblica per sentirci solidali l’uno con l’altro nella difesa del nostro territorio, del nostro mare e per il futuro dei nostri giovani.
Comitato Salute Pubblica Piombino - Val di Cornia
Nell'immagine: Il Dlgs 105/2015 amplia la zona di attenzione intorno ad un impianto ad alto rischio portandolo a “almeno 2 Km” dal confine dello stabilimento e quindi anche dal pontile di attracco.