Credo che sia veramente giunto il momento di affrontare la gente e sostenere davanti alla popolazione intera tesi diffamatorie e smentite da chi, dentro e fuori il palazzo comunale, ben sa che cosa ha unito i tre rappresentanti di quella “continuità” mai – è vero – rappresentata se non nel proseguire di rivendicazioni personali che hanno finito per paralizzare un paese.
Credo che questo sia doveroso soprattutto nel rispetto di chi ha lavorato seriamente senza avere nessun motivo per scaricare responsabilità sugli altri e – con coerenza – ha rispettato il voto degli elettori tollerando con grande minacce che basterebbero da sole a comprendere il carattere “filosofico” ed “ecumenico” di motivazioni che sanciscono un distacco inesorabile dalla comunità e che – come tali e sotto la mia responsabilità morale e politica – oggi come allora mi rifiuto di sottoscrivere tradendo la fiducia della gente, ricordandovi che quei voti li avete presi con la sottoscritta candidata a Sindaco ed invitandovi soprattutto ad andare uno per uno dai vostri elettori a rispondere del vostro eroico comportamento.
Mi pare di capire che la coalizione con i Barghini sia quella che – con tanto di conti e percentuali alla mano - ha animato ed animerà uno spirito di rivalsa che dovrà fare i conti con verità meno edificanti che vi siete guardati bene dall’affrontare e risolvere, abbandonando la barca – quella il cui viaggio ha cominciato a complicarsi ben prima che la sottoscritta frustrasse il vostro spirito di squadra – a pochi giorni dall’atteso parere sull’urbanistica.
Tutto ciò nonostante i proclami da paladini della legalità fatti in Consiglio Comunale e la doverosa approvazione del conto consuntivo, con ciò distinguendo tra legalità e legalità, e soprattutto calpestando ancora una volta una popolazione che ha il diritto di vedere eliminato ogni dubbio e finalmente consentita l’espressione di tutte le potenzialità di uno strumento che - atteso per anni - oggi deve essere finalmente una risorsa e non un eterno terreno di recriminazioni.
Questo si chiama interesse pubblico, ciò di cui non avete avuto il coraggio ed il senso di responsabilità né ora né quando da giunta in carica nella precedente amministrazione avreste dovuto evitare quelle incertezze e quei problemi dietro i quali vi fate oggi scudo in una strana accezione di “senso morale”.
Ma voi del resto che avete fatto oltre a paralizzare provvedimenti utilizzando il voto degli elettori quale condizionamento dell’operato del Sindaco?
Ma quanti oggi sono pronti a testimoniare affermazioni esplicite che dichiaravano fin dall’inizio il disegno premeditato di far cadere il Sindaco, senza scrupolo che questo fosse il buio per il paese intero?
Ma quanti sarebbero pronti a raccontare con quale ansia avete atteso una sentenza che non è mai arrivata, destabilizzando un paese e diffondendo insinuazioni e illazioni sulle iniziative di una popolazione che ha – come me – capito troppo tardi il vostro disegno?
Ma quanti altri sono stati “rimproverati” ed “esortati” anche solo per aver preso posizioni di vicinanza personale a quel Sindaco incapace di chiudere la porta ai problemi della gente?
Il problema vero è che lo spirito di squadra – che vi ha tenuto coesi nella rivolta a costo di smentite istantanee di decisioni prese da uno ed immediatamente rinnegate senza apparente motivo – è scritto e firmato sull’unico atto – sbandierato in Consiglio dall’Arch. Roitero in rappresentanza dei tre – di richiesta di rettifica di alcune schede urbanistiche, nel sodalizio di una strategia sfuggita di mano ma che sarà presto chiara a chiusura del “doveroso” iter istruttorio delle pratiche ancora in corso delle quali spetterà al commissario prendere atto.
Per quel che riguarda Maurizio Grazia non trovo al contrario parole o spiegazioni se non l’imbarazzo di cene con la capogruppo dell’opposizione seguite dalla totale incapacità di rispondere almeno delle proprie azioni, circostanze che mi costringono ad ammettere un enorme errore di valutazione.
Se Dio vuole questa guerra è finita e dovrete tornare all’elettorato con la vostra faccia e con la certezza che ho troppa sete di verità per subire altri affronti personali e soprattutto per far prendere in giro il paese.
Non vedo pertanto alcun motivo di chiudere la polemica con veli pietosi di cui non sono io ad avere bisogno.
Ritengo al contrario opportuno un incontro pubblico, laddove tutte le verità torneranno legittimamente davanti a chi – con il proprio voto – ha consentito le vostre azioni ed al quale dovete una pubblica assunzione di responsabilità.