In Toscana non esiste alcuna norma che specifichi una percentuale minima di costa destinata alle spiagge libere o libere attrezzate. Le spiagge all’Elba sono tante e diverse – lunghi arenili di sabbia dorata, calette di sassolini, spiagge di sabbia nera, di ciottoli e scogliere di granito –. Ci sono circa 90 concessioni balneari e la riforma approvata dal governo Draghi sta facendo discutere i nostri imprenditori in quanto prevede la fine delle proroghe e la messa a gara delle concessioni balneari entro la fine del 2024.
Ci sarà una mappatura di quelle esistenti. La mappa serve per avere un quadro chiaro di chi le detiene, da quanto tempo e a quale costo, scoperchiando il nervo della poca trasparenza dei canoni pagati e della non completezza dei dati per delle aree che appartengono al demanio dello Stato.
Le spiagge sono dei beni demaniali la cui fruizione gratuita da parte dei cittadini non può essere impedita né limitata, norma prevista dalla nostra Costituzione, se non solo parzialmente mediante concessioni di ben definite porzioni di arenile.
La legge sulle concessioni balneari, che fa parte di quella più ampia sulla concorrenza è già stata approvata dal governo Draghi ed è in attesa del voto di fiducia del Parlamento previsto entro la fine di questo mese. Pone fine al valzer della proroga senza gara delle concessioni balneari, ultima, in ordine di tempo, quella del governo Conte che la estende fino al 2033, nonostante già da tempo l’Unione Europea abbia avviato una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese chiedendo la messa a gara, visto che la direttiva Bolkestein prevede procedure di evidenza pubblica.
La situazione delle spiagge in concessione in Italia non ha paragoni con nessun altro Paese europeo. Un patrimonio ambientale e pubblico così straordinario deve essere gestito nella massima trasparenza, tutelando il diritto a fruire delle spiagge. Oggi non è così, non esiste una norma nazionale che stabilisca una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione, per cui assistiamo a una corsa alle nuove concessioni e a situazioni dove non esistono più spiagge libere.
Il Paese per ottenere i 200 miliardi dei fondi europei del Piano nazionale di resistenza e resilienza deve approvare, in tempi brevi, una serie di riforme chieste da Bruxelles a Roma tra cui la liberalizzazione delle concessioni balneari. La pandemia ci ha cambiato e dobbiamo essere in grado di modernizzare l’Italia, fare subito quello che non siamo stati in grado di fare in tanti anni.
Enzo Sossi