È ormai chiaro che il privato non può gestire un Servizio pubblico di trasporto marittimo.
Lo sapevamo come Elbani quando ci liberammo della compagnia privata Navigazione Toscana negli anni '70 con l'approvazione della legge 169 che istituiva la gestione diretta dello Stato, tramite le Regioni, del servizio di trasporto marittimo locale pubblico, con compagnie regionali, Toremar, Caremar, Sidemar.
È stata una stagione esaltante di sviluppo del servizio, di rinnovamento delle compagnie e della flotta e di partecipazione, perché le comunità isolane, attraverso i Sindaci erano rappresentati nei consigli di Amministrazione delle compagnie pubbliche stesse.
Era una gestione diretta e partecipata dal basso, dove contava la qualità del servizio e non il profitto da mettersi in tasca, che guardata con la mentalità privatistica di oggi appare quasi impossibile, roba da "socialismo reale".
Fu l'Unione Europea che con una direttiva, inaugurando la stagione della "liberalizzazione dei servizi pubblici", vietandone la gestione diretta da parte dello Stato, mise fine a questa stagione e riaffidò la gestione a compagnie private il servizio di trasporto marittimo locale ed allo Stato, attraverso un Contratto di servizio pubblico, l'organizzazione del servizio delle linee, degli orari e delle tariffe.
Facendo un bilancio, questo meccanismo duplice di gestione privata e pubblica non ha funzionato proprio perché è mancata la parte del privato, l'affidabilità ed il rispetto delle finalità del servizio pubblico.
L'elenco di questo fallimento è lungo: dalle mancate o saltate corse, specie d'inverno e non sempre giustificabili dal maltempo, dal mancato rinnovo della flotta, già malandata e ormai vecchia, aggiungendo anche una inadeguata manutenzione, con fermi continui del naviglio interrompendo il servizio, all'allungamento del tempo di percorrenza della traversata a causa anche della vetustà delle navi e di recupero di costi di navigazione, ecc.. Qualcuno potrebbe dire che c'è privato e privato, ma vedendo come si è svolta la liberalizzazione, abbiamo visto che il privato tende a privilegiare la domanda turistica ed a concentrarsi nel periodo estivo, contribuendo senz'altro a migliorarne il servizio.
C'è da augurarsi che con l'approssimarsi del rinnovo del contratto di servizio pubblico induca la Regione Toscana e le forze politiche ad una opportuna riflessione su tutta questa partita e acquisire, sulla base dell'esperienza fino adesso fatta le dovute correzioni e l'introduzione di vincoli di miglioramento, di garanzia e di continuità del servizio.
Pino Coluccia