Caro Sergio,
tutte le opinioni vanno rispettate. Desidero, soltanto, precisare: primo, che non ho proposto “il non voto”, ma un suo uso diverso.
Troppe volte siamo stati delusi dalle persone,da noi stessi elette. Secondo, con la mia proposta non ho criticato il lavoro delle persone che operano nell’ospedale di Portoferraio, ma chiesto, come si soul dire, che lo stesso non venga “smantellato”.
Pertanto, spero che molte persone utilizzino ciò che ho proposto, per il bene di tutti noi.
Ti ringrazio e saluto. Luciana
Cara Luciana
Tra 62 minuti terminerà la campagna elettorale, lasciando il posto a quello che dovrebbe essere "il giorno del silenzio e della riflessione" mi sono lasciato questo piccolo ultimo spazio per risponderti. Ripeto quanto ti ho già scritto e cioè che ritengo legittimo tanto il non voto quanto l'annullare la scheda in quello che tu chiami "uso diverso" che in effetti uso diverso è.
Ma ti ripeto però che temo che il risultato del tuo "uso diverso" sia identico a quello del non voto e cioè (sempra a mio fallibilissimo parere) la semplice delega a chi invece vota, ed a cascata la non incidenza sulle scelte.
Io non ho alcun dubbio che tu voglia sinceramente difendere il nostro ospedale così come non ho dubbi della buona fede dela stragrande parte delle persone che nei comitati, nelle manifestazioni abbia identiche intenzioni ed animo.
Le mie perplessità sono (per così dire) sulle strategie e sulle tattiche da mettere in campo per perseguire l'obiettivo di disporre di servizi sanitari migliori per la comunità insulare.
Cara Luciana, io amo la spontaneità ma diffido dello spontaneismo, e la mia fiducia dei diversi movimenti (e pure nei partiti nuovi o rinnovati che necessariamente si creeranno) sarà sempre proporzionale al grado di partecipazione reale, di democrazia praticata, di quotidiano e disinteressato impegno che chi ne farà parte.
Sono favorevole ad una riforma dei partiti che faccia capo dalle regole democratiche del loro funzionamento e (col rischio di attirarmi qualche quintale di critiche) credo che i "comitati spontanei", laddove vogliano trattare con le istituzioni non per la risoluzione di un singolo e finito problema, ma su vicende complesse, articolate nel tempo, e soprattutto se vogliono confrontarsi come interlocutori paritetici, per rispetto dello spirito democratico dovrebbero darsi una diversa veste, quella delle associazioni, regolate anch'esse da statuti e regole, in modo che si sappia sempre chi rappresenta cosa, senza togliere al singolo cittadino la libertà di rappresentarsi da solo, e di fare proposte di ogni genere.
Quindi rispetto pure la tua di proposta, che ripeto di non condividere affatto, ed al contrario di quanto fai tu invito i cittadini "sensibili ai problemi della sanità" a votare, ed a votare per chi ritengono potrà meglio rappresentarli su questo versante (come su altri).
Ma chiederei loro volentieri anche di assere cittadinanza attiva, che controlla l'attuazione dei programmi, che contesta el violazioni dei patti con gli elettori, esercitando un diritto/dovere dove vogliono: nei partiti, nelle associazioni, nei comitati o da soli.
Di nuovo un abbraccio
sergio