Caro Umberto, a distanza di qualche giorno ho riletto la tua bella lettera dal titolo “la mia Costarella” pubblicata su Elbareport il 21 luglio dove ricordavi i cari amici Mario Papi e Franco Galletti e veniva riportata la foto della zona descritta come “Ecomostro” di San Bianco.
In prima lettura avevo deciso di non intervenire sulla questione, anche in virtù dei comunicati di Legambiente precedenti, oggi non ho potuto fare a meno di risponderti.
Io sinceramente non credo che Mario e Franco (che spero davvero siano insieme a discutere ed a litigarsi come ai bei tempi al bar “Campari” del Paradiso) siano troppo preoccupati per la costruzione delle quattro unità immobiliari al posto dei capannoni fatiscenti e degradanti presenti nell’area in questione e non locredo per i seguenti motivi che vado ad esporti :
- il permesso a costruire rilasciato dal Comune di Marciana Marina è perfettamente conforme alle vigenti norme urbanistiche Comunali (regolamento urbanistico e regolamento edilizio vigenti);
- la pratica, che ha avuto un iter di circa 1 anno e mezzo, ha ottenuto tutti i pareri favorevoli degli enti preposti al controllo: Commissione comunale per il Paesaggio, Soprintendenza alle belle Arti,
Autorizzazione al Vincolo Idrogeologico e Parere favorevole in merito alla valutazione di incidenza Ambientale della Provincia di Livorno in quanto Zona interna all’area Z.P.S. (zona di protezione speciale);
- l’area è fuori dal perimetro del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano;
- l’area era già completamente urbanizzata con la presenza di strada, luce, acqua, telefono e fognature comunali;
- il vecchio fabbricato insisteva su un pianoro dove non c’è e non c’era nessun albero ad alto fusto e nessun tipo di vegetazione da tutelare (vedi foto aerea ante operam allegata );
- la volumetria esistente, per la quale è stato richiesto un intervento di ristrutturazione urbanistica che prevede anche il cambio d’uso, era in uno stato di degrado e di abbandono totale (vedi foto di dettaglio stato precedente);
- il progetto ha previsto un ampliamento di circa il 20 % delle superfici esistenti più alcuni locali tecnici e porticati per ognuna delle 4 nuove unità abitative;
- il nuovo intervento non ha previsto nessun locale interrato per limitare qualsiasi tipo di sbancamento (fatto solo e limitatamente per la realizzazione delle fondazioni);
- le volumetrie demolite erano costruzioni degli anni ’80 realizzate si in cemento ma di quello di pessima qualità e in uno stato di degrado avanzato;
- il manufatto abusivo ed oggetto di ordine di demolizione è stato demolito dopo anni (anche se c’era un ricorso al T.A.R. sempre pendente) e chiaramente le volumetrie non sono state ricalcolate nel nuovo progetto (come qualcuno si è chiesto….);
All’esterno poi esistevano altri manufatti in cemento e blocchi di notevole dimensioni, anch’essi in pessimo stato di manutenzione (volumi accessori) tutti completamente demoliti e portati allo smaltimento in discariche autorizzate.
Oltre al materiale edile nell’area era presente anche altro materiale pericoloso e inquinante tutto regolarmente bonificato e smaltito a norma di legge.
Per una miglior comprensione di quanto sopra esposto ti invito a guardare le foto che allego dell’area prima dell’intervento di recupero .
Il nuovo progetto, che ho redatto insieme ad un mio collega di Pisa, risale agli inizi del 2011. L’incarico ci fu affidato da altra società, all’epoca proprietaria, che poi ha venduto i beni alla società attuale che è anche la ditta costruttrice.
Abbiamo deciso con la nuova proprietà di fare un intervento in bioedilizia che prevedrebbe un 10% di superficie in più, come da delibera di Consiglio Comunale n. 44 del 30-11-2006, che però non è stata né realizzata né richiesta.
Un progetto può piacere o meno, è giusto che sia sottoposto a critiche ed è normale anche per un professionista valutarle e prenderle in considerazione, ma è chiaro che la definizione di “ecomostro” sia difficile da accettare anche perché credo che se esisteva un “Ecomostro” alla Camola (e non a San Bianco) questo c’era prima dell’intervento di ristrutturazione.
È Chiaro che in questa fase di cantiere la struttura sembra “pesante” e forse un po’ troppo “invasiva” ma ti posso garantire che ad opera realizzata con le sistemazioni esterne e la messa in opera del verde in progetto, la situazione sarà totalmente diversa.
Abbiamo volutamente messo un render nel cartello dei lavori (che ti ripropongo in allegato anche in altre visuali) e ti chiedo di raffrontarlo con le foto dei manufatti preesistenti. Sei proprio sicuro che ad opera ultimata la situazione nel pianoro della Camola sarà molto peggio di come era prima ?
Vedi Umberto ci conosciamo da tanto tempo, ormai sono circa venti anni che faccio la mia professione con passione ed onestà e non credo sinceramente di aver mai realizzato all’Elba mostruosità (od ecomostri…) nemmeno alla Costarella!!
Vado fiero anche del fatto che ad oggi dopo tanti anni di attività (avendo ricoperto in passato, per circa 7 anni, anche il ruolo di funzionario e consulente all’urbanistica in diversi Comuni elbani) e controlli di ogni tipo sui cantieri, la mia Fedina Penale è ancora pulita in un territorio credo oggi tra i più controllati d’Italia.
E te sai anche quanto questo sia difficile poiché all’Elba (area completamente tutelata sotto l’aspetto paesaggistico), quando in un cantiere si sposta una finestra anche di 50 cm., o un pergolato, si può incorrere subito in un procedimento penale (proprietà, direttore lavori e impresa costruttrice).
Ero anche consapevole, circa 5 anni fa, che dopo aver accettato di impegnarmi in modo volontario in politica all’Elba, la mia attività e la mia attenzione professionale avrebbero dovuto aumentare notevolmente visto il ruolo ricoperto e ti posso garantire che con tanta fatica così è stato.
Ho continuato a lavorare con passione e maggior impegno perché, caro Umberto, la mia professione è la mia vita e il sostegno della mia famiglia. Credo anche che quando i tuoi amici e colleghi ambientalisti si presentano in un cantiere (qualche volta ci
accedono anche senza autorità..) a fare il loro report fotografico, trovando un cartello lavori con nomi e permessi, sarebbe forse più giusto chiedere informazioni direttamente agli interessati all’opera, anziché mandare subito tutto in pasto alla stampa e in giro per il mondo tramite social network in barba alla Privacy e credo anche al buon senso.
Sono d’accordo con te (e ne abbiamo discusso anche insieme qualche volta) che all’Elba tanti sbagli, a livello politico-amministrativo, riguardanti scelte urbanistiche e gestione del territorio sono stati fatti (soprattutto nei decenni passati..) . Condividiamo anche il fatto che l’Elba Urbanisticamente (e non solo..) non può più essere gestita e pianificata con otto Regolamenti Urbanistici e otto Regolamenti Edilizi completamente diversi tra loro.
Concludo credendo comunque che i nostri cari amici Mario e Franco vadano lasciati davvero liberi di divertirsi e di VOLARE serenamente e che non siano (spero) interessati alle nostre vicende terrene.
Un caro saluto,
Federico Mazzei