“Ci dicono che il rigassificatore a Piombino è necessario per scongiurare il rischio di passare un inverno al freddo, quando sappiamo che l’impianto non sarà attivo prima della primavera prossima. Ci dicono che il Paese non può fare a meno della nave nel porto perché la soluzione più immediata, ma nel frattempo, da gennaio a maggio, l’Italia ha aumentato le esportazioni di gas del 476,6%, passando dai 254 milioni di standard metri cubi dei primi cinque mesi dell’anno scorso ai 1467 di quest’anno. In pratica, un miliardo di metri cubi in più. Se restiamo al solo mese di maggio dai 33 milioni di metri cubi del 2021 ai 257 del 2022. Quindi alimentano lo spauracchio della carenza di gas, ma contemporaneamente lo vendono ad altri Paesi europei. C’è qualcosa che non torna”.
Così il consigliere regionale della Lega Marco Landi illustrando il bilancio del gas naturale del Dipartimento Energia – DGIS del Ministero della Transizione ecologica.
“Dall’inizio dell’anno l’Italia ha ridotto la produzione nazionale del 4% e aumentato le importazioni del 2,3%. Per quanto riguarda il rigassificatore di Livorno risulta un aumento delle importazioni del 69,4% da gennaio, ma un calo del 58,4% nel mese di maggio, mentre l’impennata si registra con le forniture dal nord Europa. Un quadro che non fa che alimentare confusione: se abbiamo timore che manchi il gas per l’inverno perché lo vendiamo? Siamo ai vertici europei della capacità di stoccaggio, possibile che siano già pieni? Di fronte a questi numeri, qual è la fretta di realizzare un rigassificatore impattante come quello di Piombino?”, conclude Landi.