Il Gruppo Consiliare di Minoranza di “Gente Comune” torna, a poche ore dal suo ultimo comunicato, ad occuparsi della tormentata vicenda del restauro e ricostruzione della cosiddetta “Gattaia” (operazione urbanistica che per quanto ci riguarda abbiamo definito a suo tempo, con il conforto delle associazioni ambientaliste e di tutela paesaggistica come una scatolare deturpazione), paventando quello che ormai più che un rischio appare una certezza: e cioè che per la seconda stagione turistica consecutiva, il biglietto da visita di uno dei più bei centri storici creati nel nostro Paese dal concorso della natura e dei segni dell’uomo, sia rappresentato da bruttissimo cantiere peraltro fermo.
“Ora ci raccontano – scrive il gruppo di minoranza – che risolveranno la questione relativa al fermo dei lavori in tempi brevi …”, ma i consiglieri Marini, Nurra e Burchielli fanno notare come la Provincia di Livorno, “utilizzatrice finale” dell’opera restaurata, pensata come “indispensabile” sede della successivamente disciolta APT (!), già da un mese abbia risposto a picche, smarcandosi dai problemi sorti nel corso dei lavori, costituiti dall’inquinamento storico da idrocarburi dell’area già utilizzata per decenni dalla Marina Militare per lo stoccaggio ed il bunkeraggio dei lubrificanti e del propellente delle sue navi. Un inquinamento che, forse, in fase di studi preliminari alla progettazione, visto che non era proprio acqua di colonia quello che là si lavorava, non sarebbe stato poi così peregrino ipotizzare.
A riprova viene riprodotta una nota firmata dal Presidente della Provincia Kutufà che recita testualmente:
“A seguito della notifica preliminare di cui all’articolo 242 del D.LGS 152/06 T.U. Norme in materia Ambientale, inviata dalla Ditta Frangerini esecutrice dei lavori per probabile inquinamento di tipo storico da idrocarburi riscontrato durante l’esecuzione degli scavi all’interno del cantiere, si comunica che i lavori sono stati sospesi dal 27/03/2012 in attesa della approvazione da parte della Conferenza dei Servizi del piano di caratterizzazione degli interventi di bonifica.
Resta inoltre inteso che codesto Comune, proprietario dell’immobile, dovrà farsi carico dei maggiori oneri derivanti dall’inquinamento storico da idrocarburi ai sensi dell’Art. 245 del D. LGS 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni.
A tal fine questa Provincia, in qualità di Stazione Appaltante e soggetto accertatore comunicherà quanto prima a codesto Comune una prima valutazione dei maggiori costi necessari per adempiere ivi compresi gli oneri per la redazione del piano di caratterizzazione indispensabile per l’attivazione del procedimento della Conferenza dei Servizi, oltre a quelle derivanti dall’anomalo andamento dei lavori appaltati.
Tira quindi un’aria di conflitto, neppure molto strisciante, tra soggetti interessati al compimento dei lavori, che gli oppositori della compagine di governo, facendo il loro mestiere, tendono ad evidenziare, ma che, a nostro avviso, dovrebbe fornire elementi di riflessione anche a chi, come noi ha sostenuto sinceramente questa maggioranza, risultandone poi profondamente deluso dalle scelte, almeno sul fronte del governo del territorio, di cui il “Pasticcio della Gattaia” è purtroppo solo uno dei grani di un vero rosario penitenziale.
sergio rossi