Rigassificatore a Piombino. Eventi atmosferici avversi. Incidenti in porto
Il Comitato Salute Pubblica di Piombino Val di Cornia scrive una lettera aperta al Comitato Tecnico Regionale della Toscana ai VVFF sede di Firenze, Livorno e Piombino ed al Presidente della Regione Toscana Commissario straordinario del rigassificatore.
Il progetto presentato dalla Soc. Snam al Commissario Straordinario Eugenio Giani, relativo alla installazione in porto a Piombino della Nave Golar Tundra, è in itinere. Vari Enti, chiamati a esprimere pareri, hanno richiesto integrazioni e dati, non ritenendo sufficienti gli studi presentati, inoltre associazioni, cittadini e comitati hanno presentato numerose osservazioni.
La cittadinanza ha più volte rappresentato in assemblee e iniziative pubbliche le proprie preoccupazioni, tenuto conto della specificità del luogo, un porto piccolo, con un solo canale di ingresso e uscita, con intensi traffici turistici, industriali e commerciali e vicino alle abitazioni.
In questo contesto gli eventi atmosferici violenti e avversi registrati in questi giorni e, non solo, un incidente in porto, hanno alimentato ulteriori preoccupazioni e discussioni in città.
In data 15 Agosto a bordo della nave Agios Nikolaos, ormeggiata presso il pontile in dotazione dell’industria siderurgica Jsw, si è verificata un’esplosione (il pontile si trova nelle vicinanze della banchina individuata per l’attracco della Nave Golar Tundra) che ha reso necessario l’intervento dei VVFF, militari marittimi, operatori del 118 in soccorso del personale della nave.
L’emergenza si è protratta per circa tre ore.
L’episodio in città ha destato apprensione, pensando a cosa potrebbe succedere se incidenti del genere capitassero alla metaniera e al rigassificatore, tanto più che a distanza di un giorno da questo evento, sulla costa piombinese, come in altre zone, si è verificato un violento nubifragio. In tali condizioni climatiche, oramai non più sporadiche per i cambiamenti climatici in atto, come ci informano gli esperti, gli incidenti in porto e in rada non sono impossibili, del resto è già successo nel 2021 quando due traghetti, a causa del maltempo, sono entrati in collisione causando scintille e tanata paura.
Non vogliamo esprimerci sul commento del Commissario che ha definito ordinario l’incidente di ferragosto, Commissario che ha redarguito chi avrebbe alimentato, a suo dire, allarmismi fino a domandarsi se quel porto fosse veramente idoneo ad ospitare un rigassificatore.
Quello che ci conforta è sapere che il progetto presentato dalla Snam sarà al vaglio di Organi e Uffici tecnici altamente specializzati, come il Comitato Tecnico della Regione Toscana composto dal Dirigente regionale dei Vigili del fuoco e alti Funzionari dei Vigili del fuoco, Ingegneri di cui apprezziamo impegno e professionalità, garanzia per il ruolo svolto a tutela della collettività, dimostrato al Paese in ogni occasione.
Siamo certi che i rappresentanti di suddetti organi e uffici sapranno, verso il Paese e le Istituzioni, rispondere a quanto sancito dalla nostra Costituzione, con le recenti modifiche all’art.9 che amplia la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali e, ancor più, all’art.41 che sancisce come la salute e l’ambiente siano paradigmi da tutelare da parte dell’economia, al pari della sicurezza, della libertà e della dignità umana. Siamo altresì convinti che i Funzionari pubblici coinvolti in questa istruttoria si atterranno a quanto disposto dai principi sanciti dalla Costituzione ed è per tali rilevanti motivi che confidiamo nella capacità di questi Organi di valutare la strada più giusta per la sicurezza e la tutela degli interessi presenti e futuri della nostra comunità.
Rigassificatore, si apre un varco a Piombino
E le osservazioni di Idra prendono la strada delle Procure
Gutta cavat lapidem. Il faticoso esercizio della pazienza civile ha permesso all’associazione ecologista fiorentina che dal primo minuto sostiene la battaglia di civiltà in corso davanti all’Isola d’Elba di acquisire un primo risultato: la Regione Toscana si impegna a riaprire il percorso cosiddetto ‘partecipativo’ imposto alla popolazione di Piombino, di Follonica e della Val di Cornia in pieno agosto su un simulacro di progetto, imponente quanto lacunoso, con una procedura di comunicazione solo elettronica. Ma soprattutto senza un solo incontro con la cittadinanza: non un’assemblea informativa, non una opportunità di dibattito pubblico! Ci hanno dovuto pensare i cittadini e le istituzioni locali, come succede in mezza Italia quando gli ‘eletti’ tentano di calare sui territori scelte improvvide [1] e invise, prodotte a tavolino in stanze invisibili: l’informazione si genera in basso e dal basso, e scopre - dati alla mano – la disdicevole assenza, in quelle scelte, di ragionevolezza, coerenza, credibilità.
Prossimo appuntamento civico, la pubblicazione delle integrazioni che 26 enti e istituzioni hanno richiesto – con copiosi rilievi e motivazioni – alla proponente Società SNAM. “Preso atto - aveva scritto Idra il 16 agosto al presidente-commissario Eugenio Giani - dei ritardi attestati nella pubblicazione degli atti, dei vizi di forma che il Sindaco di Piombino rileva, delle difficoltà che la popolazione naturalmente registra, la scrivente Associazione richiede che i termini per la presentazione delle Osservazioni e per la convocazione della Conferenza di servizi siano commisurati alle esigenze di piena informazione, trasparenza ed efficienza amministrativa di cui si sono qui elencate le lacune, e dunque che i 30 giorni previsti per la partecipazione costruttiva dei cittadini decorrano quanto meno a partire dalla data di pubblicazione delle integrazioni richieste a Snam”. Due giorni più tardi, con lodevole tempestività. La Direzione Generale della Giunta Regionale ha inviato il seguente riscontro: “La Struttura Commissariale ha formulato richiesta a Snam di rispondere alle richieste di integrazione pervenute degli Enti coinvolti nella Conferenza dei Servizi, entro il termine di 20 giorni a partire dal 10 agosto stesso. Sulle integrazioni pervenute e pubblicate sarà riaperta una fase partecipativa di congrua durata, di cui sarà data comunicazione mediante avviso sulla Pagina del Commissario Straordinario”. Si confida dunque, commenta l’associazione, che la ‘congrua durata’ sia effettivamente commisurata alle esigenze di piena informazione, trasparenza ed efficienza amministrativa, tenuto conto delle straordinarie difficoltà che la popolazione ha dovuto registrare nell’accesso all’informazione e alla partecipazione. E, viste le condizioni a cui la Regione Toscana ha subordinato sin qui la presentazione delle Osservazioni, autorizzata esclusivamente tramite Posta certificata (Pec), Idra aggiunge la sollecitazione a ripristinare, per la presentazione delle future osservazioni e altri contributi, lo strumento della posta cartacea ordinaria, decisamente più accessibile a gran parte della popolazione: ovverosia la banale raccomandata AR.
C’è da chiedersi come ne caverà le gambe, da una procedura che fa acqua da tutte le parti, la struttura commissariale allestita in Regione in ossequio al diktat dei ‘migliori’, che da Roma inanellano provvedimenti liberati – col pretesto dell’urgenza - dai lacci del consenso popolare, delle verifiche tecniche, dei controlli istituzionali. Col Covid, del resto, tanta Costituzione è passata silenziosamente in cavalleria, e ogni sorta di nuovo sopruso sociale e civile è stato legittimato in radice. Ma qualcuno dice no. Il caso del rigassificatore di Piombino, scrive Idra, “si configura in realtà come un atto di programmazione arbitraria e autoritaria dell’economia del territorio – anche sotto il profilo della pretesa ‘transizione energetica’ – strettamente connesso alla scelta del Governo del nostro Paese di prender parte come cobelligerante al conflitto in Europa orientale. Il pretesto dell’emergenza di turno, confezionata su misura del modello dispotico da affermare, appare orientato a erodere, giustificando tempi accelerati e scorciatoie istituzionali (l’uso e l’abuso della decretazione e dei DPCM, le deroghe alle valutazioni e ai controlli), i fondamenti stessi della democrazia rappresentativa”. E aggiunge: “Dopo la cosiddetta ‘emergenza Covid’ (figlia delle annose e strutturali tare organizzative, scientifiche e culturali del sistema sanitario nazionale, a partire dalla fallimentare medicina di base), si è diligentemente fabbricata un’‘emergenza bellica’ e di conserva un’‘emergenza energetica’. Il caso-Piombino propone di fatto, attraverso la retorica e l’allarme di una crisi energetica artificiale (quanto meno per la ‘componente russa’ della cosiddetta emergenza-gas) costruita politicamente a tavolino, il nuovo modello geopolitico in via di sperimentazione nel nostro Paese”.
Quella depositata da Idra sabato pomeriggio (12 cartelle fitte di obiezioni, rilievi, smentite e rimandi a documentazione istituzionale seria e severa) è solo l’ultima di una ricca collezione di osservazioni (ammontavano a 45 alla vigilia della scadenza del 20 agosto) che in fretta e furia, in pochi giorni, in pieno agosto, costrette ad avvalersi di procedure elettroniche Pec, hanno dovuto confezionare le comunità minacciate dal doppio bombolone che si progetta di insediare dentro il sesto porto passeggeri d’Italia (oltre tre milioni), Piombino, a servizio di destinazioni ambientali di elevatissima qualità (Isola d’Elba, Arcipelago toscano, Corsica e Sardegna), gomito a gomito con una città di 35.000 abitanti. Un doppio arnese, quello rappresentato dai 300 metri della nave rigassificatrice stanziale (con stoccaggio nominale di 170.000 metri cubi di gas liquefatto) e dalla fidanzata metaniera di turno itinerante, di taglia variabile, che ogni 5/7 giorni verrebbe a sversare quantità industriali di ettolitri di gas estratto negli Usa o in Angola o in Mozambico, compresso 600 volte per essere trasportato via oceani a Piombino a una temperatura di -162°, con rischi di esplosione – in caso di difetti di fabbrica, incidente o errore umano durante l’operazione di trasbordo – che hanno ingiunto di sistemare un’istallazione analoga già attiva al largo di Livorno a ben 22 km dalla costa, con aree di interdizione progressiva (da totale a parziale) al passaggio di imbarcazioni, e una nave guardiana attiva 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno!
E’ del tutto evidente, scrive Idra, che “la sola idea di insediare ex novo un impianto e un’attività produttiva a rischio di incidente rilevante (direttive Seveso e decreto 105/2015) - e ciò nonostante dispensato dal procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale e dal ricorso rigoroso allo stesso principio di precauzione (Dichiarazione di Rio sull'Ambiente e lo Sviluppo, Rio de Janeiro, 3-14 giugno 1992) - all’interno del bacino portuale della città di Piombino appare temeraria, e anacronistica se parametrata al grado di evoluzione della pianificazione territoriale, e agli obiettivi di sviluppo sostenibile e di lotta ai cambiamenti climatici, sia sotto il profilo locale che sul piano globale”.
Ma quello della tutela ambientale e paesaggistica è un principio giurisprudenziale generale, costituzionalmente protetto, e dunque l’esenzione dagli obblighi di legge che l’artificiosa urgenza invocata dal governo permetterebbe di aggirare può essere superata da un provvedimento del commissario straordinario, che è anche presidente della giunta regionale. Idra invita dunque Eugenio Giani, titolare delle prerogative di cui la Regione Toscana gode in materia di tutela del territorio, a tener fede agli impegni assunti dinanzi al Consiglio regionale il 29 giugno scorso, quando, riferendosi al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale che il Decreto-legge ‘Aiuti’ n. 50 del 17 maggio vorrebbe eludere, ha solennemente dichiarato nella veste di Commissario, in occasione della seduta di illustrazione del progetto (minuto 30:07): “Non esiste nessuna indicazione che mi limiti rispetto alle cose che devo decidere! Non c’è la VIA nella legge sui commissari? Io voglio la doppia VIA!”.
“Basterà dunque – scrive Idra - che il Presidente Giani – nel pieno esercizio congiunto delle funzioni ordinarie di responsabile della Giunta regionale e dei poteri straordinari di Commissario governativo, al quale è affidata la competenza esclusiva a rilasciare l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio dell’opera – promuova tramite decreto un’azione normativa speciale di iniziativa della Regione per sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale il progetto (così come, del resto, per le cosiddette ‘opere di compensazione’ ha provveduto ad approntare un ‘memorandum Piombino’ in dieci punti)”. Si tratta della “condizione minima di salvaguardia dell’interesse pubblico dell’intervento, di tutela del territorio e della dignità istituzionale dell’Ente che sul territorio esercita la propria giurisdizione, di garanzia del diritto delle autonomie locali e della popolazione all’informazione e alla trasparenza”.
Ma a un ulteriore passaggio l’associazione fiorentina annuncia di voler sottoporre la propria azione di contributo civico al buon governo della spesa pubblica e al rispetto delle norme: una verifica da parte della magistratura, per quanto possibile puntuale e approfondita, del percorso del provvedimento. Un attento cronista toscano, Stefano Tamburini, ha proposto peraltro in un’intervista pubblicata il 10 agosto scorso un’analisi a largo spettro – anche in materia di architettura contrattuale e finanziaria - dell’operazione legata all’intervento proposto dal progetto di rigassificatore a Piombino. Si tratta di dati che, osserva Idra, paiono meritare seri supplementi di verifica, accanto al tema della sicurezza: “Riteniamo pertanto opportuno sottoporli - assieme alla presente Osservazione - all’attenzione delle Procure della Repubblica di Firenze e di Livorno. Ci domandiamo se anche la Struttura Commissariale abbia provveduto per proprio conto ad effettuare le eventuali opportune verifiche”.
[1] Così recita la “RELAZIONE TECNICA RAPPORTO PRELIMINARE DI SICUREZZA” (pag. 101, paragrafo Trombe d’aria e tornado) del proponente SNAM: “Si osserva che non sono stati registrati eventi in luoghi prossimi al sito previsto per l’installazione del Terminale oggetto del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza. In base a queste informazioni si può ragionevolmente escludere il pericolo di trombe d’aria per il sito in esame”.
Il price cup sul gas - Enzo Sossi
Cosa succede alla borsa di Amsterdam? Pare di assistere ad una corsa a perdifiato con aumenti che sembrano poco giustificati delle quotazioni del gas ad ogni rumors che proviene da Mosca. Ultima, la notizia di Gazprom che per la fine del mese ha deciso la totale interruzione delle forniture di gas all’Europa per un’improvvisa manutenzione di tre giorni del Nord Stream. Appare evidente che siamo in difficoltà con Putin. I venti di guerra tornano a soffiare sul Vecchio Continente a trent’anni dalla fine della Guerra Fredda. L’Europa pare essere sotto scacco e in affanno a causa del costo del gas e con il Cremlino arroccato su posizioni massimaliste e poco concilianti. E’ di questi giorni la notizia che arriva da Londra con la nascita del movimento contro il caro vita del gas e della luce, si chiama Don’t Pay. Il movimento è contrario all’aumento senza limiti delle bollette energetiche, intende lanciare un ultimatum al governo inglese e alle multinazionali per chiedere un compromesso e la riduzione dei prezzi, altrimenti niente più pagamenti. L’ispirazione nasce dal precedente movimento nato tra la fine degli anni ’80 ed i primi anni ’90 del secolo scorso, quando in Gran Bretagna 17 milioni di persone si rifiutarono di pagare la Poll Tax, un sistema di tassazione introdotto dal governo di Margaret Thatcher e che a seguito delle proteste ne ha determinato la caduta nel novembre 1990. La fornitura di energia, sia in forma di gas che elettricità, essenziale per la vita di tutti i giorni, pone in primo piano il progetto di Mario Draghi. Un tetto europeo, detto “price cup” al prezzo del gas. L’obiettivo di calmierare i prezzi per gli operatori, così da continuare a riempire gli stoccaggi, quelle riserve che come Italia ci servono per poter affrontare l’inverno con più tranquillità. Si punta ad abbassare i costi in bolletta a favore delle imprese energivore (siderurgia, carta, ceramica…) e delle famiglie. D’altronde il momento è complicato, siamo in emergenza, la guerra in Ucraina, l’alta inflazione, il cambiamento climatico, le difficoltà crescenti delle economie europee, i tagli continui di Gazprom alle forniture di gas verso l’Ue, sono alcuni esempi. Secondo il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani, sulle scorte di gas andiamo meglio di altri Paesi europei, ma non siamo tranquilli. La Russia e Gazprom ci possono ancora fare male se chiudono all’improvviso il rubinetto del gas. La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha detto che a Bruxelles stanno lavorando su diverse opzioni per quanto riguarda i prezzi elevati dell’energia, aprendo al price cup. Per ora è fortemente contraria solo l’Olanda, secondo cui il meccanismo potrebbe non funzionare. Tuttavia, pare arrivato il tempo di agire, delle decisioni comuni e coese sull’energia da parte dell’Unione europea. I cittadini temono uno shock energetico con l’arrivo dell’inverno a causa dei previsti aumenti delle bollette. Ci aspetta un autunno caldo.
L'intervento di Mauro Castaldi
Sintetizzo alcuni punti:
Gli aumenti ingiustificati sul prezzo del gas sono figli di diversi fattori: Le decisioni dell'Europa sul rapido cambio di rotta riguardo all'utilizzo del fossile e i tempi di abbandono. Le corse all'accaparramento da parte degli interessati (vedi Stati), dato atto di quanto sopra. La guerra in Ucraina e le successive sanzioni alla Russia.
L'impossibilità, viste le diverse opinioni, di mettere un tetto al prezzo del gas. Le speculazioni sui mercati, che nessuno vuole o è in grado di fermare. Nonostante non ci sia un'emergenza reale e documentata di gas rispetto ai fabbisogni reali, anche in relazione ai consumi pregressi, com'è stato scritto in tante Osservazioni presentate sul sito della Regione Toscana (che potete chiaramente leggere e ragionarvi sopra), si è pensato bene di attivare una procedura "totalmente anomala", carente nei suoi presupposti basilari, in disapplicazione delle norme di sicurezza e tutela dell'ambiente circostante, e quant'altro. La creazione di recente di una Società a Responsabilità Limitata con il minimo del capitale sociale (10000,00 euro), a gestione di tutta la cosa, in ipotesi, pone a rischio la copertura di danni e/o incidenti, che potrebbero emergere dalla situazione rigassificatore.
In alcune Osservazioni si parla e si evidenzia la imprescindibile necessità di una "Fidejussione" e aggiungo "di sensibile e rilevantissimo importo" a copertura dei danni e rischi dell'operazione, a carico chiaramente della società, onde evitare che poi non si trovi mai il colpevole che deve pagare. E' ormai chiaro che è un progetto nato male, sta proseguendo in maniera troppo rapida nonostante le norme di salvaguardia e l'opinione pubblica direttamente interessata siano contrarie, ed assume sempre di più i chiari contorni di una forzatura su un territorio (quasi in uno scontro prettamente politico), che ha già dato ampiamente in termini di salute, inquinamento, ed altro.
A questo riguardo viene scritto bene in una Osservazione riportata sul sito Regionale, che evidenzia che non si può parlare in questo caso di "NIMBY", ma più correttamente si dovrebbe parlale di "WAIOB" ...Why alwais in our back ? ...........(perchè sempre nella nostra schiena ?). Se si guarda leggermente indietro e su quanto "non scritto", ma che si capisce chiaramente dai tempi e dai movimenti "strategici", si stanno ponendo le basi di quel famoso GALSI che è sempre là, ma che per essere realizzato comporta tempi sensibilmente lunghi (ecco il perché di quei 25 anni), di cui quei 3 prospettati sono solo "fumo negli occhi".