Un anno fa Legambiente Arcipelago Toscano lanciò l’allarme sul progetto di costruire nel bel mezzo del lungomare del Cavo, la frazione del Comune di Rio Marina, un edificio residenziale con 3 appartamenti, con “piano terreno commerciale” e un parcheggio che appare più che sovradimensionato rispetto alle esigenze del paesino ed alla crisi commerciale che colpisce tutta l’Elba. Negli strumenti urbanistici del Comune si legge che “L’area di trasformazione è interclusa tra la via del Mare e il parcheggio pubblico davanti a viale Kennedy che lo stesso Comune (che ne era proprietario) definisce incredibilmente nel R.U. “incolta e abbandonata (…) Si tratta di un’area praticamente abbandonata all’interno dell’edificato, priva di qualsiasi valore”. E’ invece evidente che quell’area, se mantenuta e valorizzata, avrebbe un enorme valore, come dimostra l’insistito interessare della società che si avvia a costruire.
Legambiente aveva già duramente criticato, in sede di osservazioni agli strumenti urbanistici del Comune di Rio Marina, questo tipo di proposte che mischiano e spostano gli standard urbanistici per favorire iniziative del tutto private, osservazioni che l’ex Amministrazione comunale guidata dall’ex onorevole Francesco Bosi (Udc) liquidò come inaccettabili perché “politiche” (sic!). Insieme a Legambiente presentarono precise e documentate (anche legalmente) osservazioni 12 proprietari di case e terreni vicini, che evidenziavano che nell’area sono presenti particelle di terreno classificate come verde pubblico previste dalla lottizzazione del 1985 stipulata tra l’Amministrazione Comunale. I cittadini cavesi facevano presente che le aree destinate a verde pubblico hanno una funzione di salvaguardia dell’ambiente con divieto di costruire da parte di privati di manufatti che alterano irreversibilmente questa funzione. L’allora amministrazione di centro-destra non accolse nemmeno l’osservazione degli abitanti del Cavo, rispondendo di ritenere ”Più utile la previsione per un potenziamento del parcheggio piuttosto che il verde pubblico,” scordandosi però di dire che a tutto questo è collegata la costruzione di un edificio che ha tutto l’aspetto di una grande villa vista-mare con parcheggi al proprio servizio. La giunta Bosi ignorò volutamente che l’osservazione puntava soprattutto ad impedire la costruzione di un altro edificio sullo skyline costiera, come quelli che negli ultimi anni hanno deturpato il Cavo sbancando coste e colline.
Il 29 marzo 2011, nell’ultima convocazione possibile del Consiglio Comunale, l’Amministrazione Bosi in scadenza, con l’astensione di due consiglieri dell’allora opposizione di centrosinistra, deliberò il procedimento di vendita di 2 particelle classificate come “Area di verde pubblico 901-903 f.2” alla Maga S.r.l. di Pistoia e nel centro del lungomare del Cavo dove ora è apparso il cantiere per la “realizzazione di tre abitazioni, un fondo commerciale e box auto interrati”, come attesta il cartello innalzato in questi giorni nell’area e che ci pare privo delle indicazioni previste dalla legge. Un’opera che è realizzabile solo con l’impiego delle particelle di terreno destinate originalmente a verde pubblico, il contrario delle politiche contro il consumo di territorio proposte dal precedente governo Monti e dall’attuale governo Letta.
Dalla nuova e giovane amministrazione riese del Sindaco Renzo Galli (che ha anche la delega all’urbanistica) ci aspettavamo, soprattutto per quanto riguarda una gestione del territorio che si è rivelata sbagliata e dannosa anche economicamente, un ripensamento di scelte politiche datate e che soddisfano gli interessi immediati della rendita privata, sacrificando quelli pubblici e la possibilità di uno sviluppo sostenibile al Cavo, che punti sulla bellezza e non sul cemento.
E’ evidente che questa zona verde nel centro abitato del Cavo, vicina al mare è di grande interesse paesaggistico ed ha una funzione di equilibrio dell’assetto territoriale per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e dei turisti. La pensava così nel lontano 1972 la Soprintendenza ai monumenti e gallerie di Pisa. Livorno, Lucca e Massa Carrara quando bloccò una richiesta simile di costruire nella stessa area perché la costruzione ricade in zona di eccessivo interesse paesaggistico posta in immediato contatto del mare. Il litorale per la sua caratteristica bellezza “elemento fondamentale delle coste dell’Isola e deve rimanere intatto nella sua natura, come zona di rispetto, libero e sgombro da costruzioni". E΄ strano che dopo 40 anni e con una sensibilità ambientale e paesaggistica evidentemente più forte, anche la Soprintendenza si andata in tutt’altra direzione, così come è preoccupante che il Commissario Prefettizio, che ha amministrato Rio Marina dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per la crisi della giunta di centro-destra e le elezioni della scorsa primavera, e la nuova amministrazione comunale non abbiano tenuto conto del documentato parere legale presentato dal gruppo di cittadini cavesi nel settembre 2012.
Per questo Legambiente chiede alla nuova giunta del Comune di Rio Marina ed alle forze politiche che la sostengono di dare davvero un segnale coraggioso di cambiamento e di svolta, bloccando questa operazione urbanistica di vecchio stampo, per rivedere una scelta sbagliata e a fare in modo che quell’area rimanga a verde pubblico e che sia valorizzata come servizio ai cittadini ed ai turisti.