Dove sono finiti i leader. A Mosca, Londra, Pechino, Washington e Brasilia, i politici stanno cedendo a ossessioni storiche, una mania per il controllo, istinti autocratici spietati e fissazioni ideologiche, portando le loro nazioni in una situazione complicata. Prendiamo il presidente russo Vladimir Putin. La sua operazione speciale in Ucraina è stata un fallimento con scarse ipotesi strategiche, errori militari e tattici russi. La Russia pare diventata un paria internazionale. La guerra nata dall’ossessione di Putin di ristabilire il posto della sua nazione come potenza mondiale ha impoverito il suo popolo e indebolito la sua posizione in patria. Pare che Putin sia in un angolo e sembra destinato a commettere ancora più errori, che potrebbe significare più morte e distruzione per gli sfortunati coscritti russi e civili ucraini.
Pochi leader occidentali hanno avuto una luna di miele più disastrosa del nuovo primo ministro britannico Liz Truss. Il suo taglio alle tasse e l’enorme indebitamento in un momento di alta inflazione hanno fatto crollare la sterlina e spaventato gli investitori. Una scommessa apparentemente costruita su un’eccessiva fiducia, inesperienza, disprezzo per i consigli degli esperti e frutto di una ideologia liberista di lunga data che ignorava le condizioni attuali.
In Cina, il presidente Xi Jinping sta rivendicando un terzo mandato, ma le cose non stanno andando bene. La segretezza della leadership dopo l’emergere del Covid-19 a Wuhan potrebbe avere acutizzato la pandemia e le sue politiche di zero contagi hanno rallentato anni di crescita economica vertiginosa. Spesso il Partito Comunista Cinese sembrava considerare le restrizioni e i lockdown come uno strumento per inasprire la repressione piuttosto che come una crisi di salute pubblica. La Cina non è l’unica nazione potente a frenare il suo successo.
Il potere degli Stati Uniti è costruito sullo stato di diritto, una democrazia stabile e il sostegno ai valori occidentali all’estero. Eppure il Partito Repubblicano, sta precipitando in una spirale di autocrazia, dopo l’insurrezione dell’ex presidente Donald Trump, la sua insinuazione di frodi elettorali e i suoi sforzi per rendere più difficile votare e più facile rubare le elezioni. Un fan di Trump, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, suggerisce che potrebbe anche non riconoscere la sconfitta nelle elezioni di ottobre.
Tuttavia, aggiungete le proteste contro un regime clericale decaduto e spietato in Iran e una rinascita dei populisti di destra in Europa mentre un partito post-fascista italiano prende il potere, pare apparire chiaro che la geopolitica internazionale diventerà solo più instabile.
Enzo Sossi