Legambiente Arcipelago Toscano, che per prima ha evidenziato le irregolarità di un acquisizione di un’area di grandissimo valore ambientale, storico e paesaggistico da parte di un privato noto per non rispettare regole e norme di salvaguardia ambientale, si complimenta con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Pisa e Livorno per l’avvio dell’iter per il riconoscimento dell’interesse culturale della Batteria di Capo Poro e con il Comune di Campo nell’Elba per aver avviato la rimozione di reticolati, filo spinato e cartellonistica posti sulla sentieristica per scoraggiare gli escursionisti ad accedere all’area, ostacoli peraltro già dichiarati illegittimi dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
L’iniziativa della Soprintendenza e l’ordinanza del Comune sono l’occasione per fare il punto su quel che è successo in tutti questi anni nel comparto di Galenzana-Capo Poro e riportare legalità e ordine in una zona dove sono state chiuse strade pubbliche e aperte abusivamente strade private, messe recinzioni, violate le norme ambientali, sanati abusi.
Umberto Mazzantini di Legambiente e rappresentante delle associazioni ambientaliste nel Direttivo del Parco, conclude: «La vicenda di Capo Poro è stata una delle ragioni delle mie dimissioni dal Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che sono state respinte con l’assicurazione che il problema sarebbe stato affrontato con maggiore decisione. Domani questo tema sarà all’ordine del giorno del Direttivo del Parco Nazionale e spero che sarà l’occasione per avviare un percorso comune con Soprintendenza e Amministrazione Comunale per porre fine a una prepotenza infinita e per riportare Capo Poro e Galenzana sotto il controllo pubblico. Capo Poro deve tornare ad essere un luogo di pace tra uomini e ambiente dove ricordare gli orrori della guerra».