E’ molto complicata la situazione degli infermieri che prestano servizio al carcere della Gorgona. Il personale infermieristico dovrebbe, secondo gli accordi, effettuare tre turni giornalieri consecutivi sull’isola prima di far ritorno sulla terraferma. Dovrebbe. Perché il servizio di trasporto da Livorno alla Gorgona, affidato alla Sezione navale della Polizia penitenziaria, è spesso irregolare. Non solo in caso di avverse condizioni meteo, ma anche per via della costante carenza di personale. “Quando fu deciso di partire con questo servizio - spiega la segretaria territoriale del NurSind Roberta Sassu - venivano garantiti tre viaggi al giorno tra Livorno e la Gorgona. Adesso è difficile pure riuscire a effettuarne uno. E quindi capita che un infermiere che si trova sull’isola da 72 ore, sia costretto a rimanere in attesa dell’imbarco per un tempo che può arrivare anche a due o tre giorni”.
Queste difficoltà creano, a cascata, una catena di problemi. A partire da quelli personali, soprattutto per quegli infermieri che hanno compagni, figli o genitori anziani che attendono con ansia un ritorno a casa rinviato di ora in ora. Per non parlare delle difficoltà lavorative: il personale assegnato alla Gorgona lavora infatti anche all’interno del carcere “Le Sughere” di Livorno. Dunque se gli infermieri non riescono a rispettare gli orari di rientro sulla terraferma, per coprire i turni a “Le Sughere” si deve ricorrere allo straordinario, andando a caricare di ulteriori ore di lavoro un personale già messo a dura prova dalle particolari condizioni di lavoro che si ritrovano all’interno del carcere.
“Come sindacato NurSind - prosegue Sassu - ci siamo rivolti in più occasioni alla direzione aziendale chiedendo un confronto. E’ giusto, a questo punto, che tutti conoscano le difficoltà del personale infermieristico destinato al servizio alla Gorgona. Personale che, peraltro, è spesso costretto a pagarsi oltre al vitto anche il viaggio. In più di un’occasione, infatti, gli infermieri hanno preferito acquistare il biglietto della barca turistica che nel fine settimana raggiunge l’isola e tornare così a terra, piuttosto che aspettare il viaggio effettuato dalla Polizia penitenziaria. Tutto questo è semplicemente inaccettabile”.
A complicare ulteriormente la situazione ci si mette anche la mancanza di rifornimenti, come denuncia il sindacato delle professioni infermieristiche: alla Gorgona esiste un piccolo alimentari/spaccio gestito direttamente dalla casa di reclusione. Spaccio che spesso rimane chiuso, a causa della scarsità di agenti di sicurezza. “E così - conclude Sassu - diventa impossibile anche solo acquistare pane a acqua. Chiediamo che l’Asl Toscana Nord Ovest si faccia carico immediatamente di questo problema che non può che aggravarsi nelle prossime settimane a causa delle condizioni climatiche che saranno sempre più sfavorevoli. Questa situazione non è più tollerabile: o l’azienda garantisce ai propri dipendenti un servizio di trasporto efficace, con orari ben stabiliti, oppure valuti di ritirarli dall’isola finché non torneranno a esserci condizioni di lavoro adeguate”.