Su Elbareport ho letto che Legambiente è contraria alla ripresa del progetto del gasdotto Galsi, cioè quel tubo che porterebbe il gas in Italia passando dall'Algeria alla Sardegna e attraversando l’Elba arriverebbe in Toscana.
Pertanto e per arrivare ad una mia piccola riflessione, riporto un brevissimo stralcio della dichiarazione del Presidente nazionale di Legambiente qui di seguito:
"Evocare il metanodotto del Galsi progettato nel 2002/2005, allo stato attuale, è improponibile e vorrebbe dire far arretrare l’ambiente e l’economia della Sardegna di trent’anni – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. – La nostra associazione conosce bene il progetto Galsi perché in quegli anni se ne era occupata con attenzione formulando numerose osservazioni nella procedura di VIA e dando anche una valutazione in generale positiva".
Allora mi chiedo, ma perché il gasdotto fu sottoposto alla procedura di Valutazione Impatto Ambientale mentre la costruzione di un impianto industriale come il Dissalatore, no!!!
Non era forse il caso di capire se quello individuato era il posto giusto, se la costruzione fosse l'unica soluzione, se il proprio ciclo vitale comprensivo di scarico di reflui, fossero posizionati nel modo più appropriato e pretrattati prima di essere riversati a mare.
Ma come determina i propri interventi Legambiente?
Inoltre entrando un pochino nel merito della questione della realizzazione del Galsi nel 2002, ci si potrebbe anche chiedere: -se si fosse fattoallora il gasdotto, forse si sarebbe potuto evitare, oggi, una nave da 300 metri e relative navi metaniere davanti al porto di Piombino? o no!
Personalmente sono per le energie derivanti da tutte le risorse naturali, appunto Rinnovabili, ma sono anche consapevole che così come si sta costruendo un Dissalatore perché potrebbe finire l'acqua da portare all'Elba, (che in questa sede non discuto) allo stesso modo l'Industria Nazionale ha un immediato bisogno di energia per così dire " convenzionale" in attesa che contemporaneamente si mettano a dimora quella quantità di impianti alternativi per arrivare ad avere i stessi Terawatt con le Rinnovabili.
Riflettiamo...
Fulvio Di Pietro