Alcune riflessioni su Francesco, il primo Papa sudamericano, che racconta di migranti, della famiglia, degli omosessuali, della guerra in Ucraina, della pandemia, di ecologia e di abusi. Spero di non annoiare e di trovare chi con la pazienza trova il tempo di dedicare alcuni minuti alla lettura.
Il 13 marzo 2013 al quinto scrutinio, fu eletto Papa il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio. Un suo amico cardinale presente al Conclave lo abbraccia e gli sussurra – non dimenticare i poveri – da lì è venuto il nome Francesco. Sono passati dieci anni da quel giorno e le parole di Francesco sono profonde e meditate: “Sono vecchio… E’ difficile fare il calcolo dei cambiamenti, ma adesso so cose che non sapevo prima, ho meno resistenza fisica, quella del ginocchio è stata un’umiliazione fisica, anche se adesso sta guarendo bene, sì il cambio normale di questa età…”. Francesco, il Papa che viene dall’America Latina ha una preferenza per gli scartati, i bisognosi, per la gente che è più in difficoltà, per la gente che a volte sente che la vita non le ha dato nulla e deve fare tante cose per sopravvivere… i poveri. “I poveri sono i prediletti di Gesù. Non che Gesù manda via i ricchi, ma manda via la ricchezza che è un’altra cosa”.
Figlio di migranti, la sua famiglia è partita dal Piemonte per l’Argentina nel 1929 a cercare fortuna – mi hanno insegnato ad amare l’Italia ad essere umile, ma hanno sofferto molto –. Quando è andato a Lampedusa ed ha visto quella gente ha preso coscienza del dramma del Mediterraneo, il problema dei migranti, i lager dall’altra parte. Francesco viene quasi dalla fine del mondo con una visione della realtà che gli permette di avere lo sguardo dagli estremi. Se vai sul limite, da fuori, vedi meglio la realtà. Dalla distanza si capisce l’universalità della cosa. Un principio sociale, filosofico e politico, molto importante. Con la pandemia è andato a visitare il Cristo miracoloso in centro a Roma. Lo ha portato in piazza a San Pietro. “Andiamo a pregare”. C’era la pioggia e non c’era la gente. “L’importante è pregare. Ho sentito il Signore era lì… per farci capire la tragedia, la solitudine, il buio, la peste”. Un’immagine che ha colpito la gente e che rimane nella mente di tutti. Poi, la guerra in Ucraina, per Francesco un crimine, una cosa che non va, questo fa pensare all’industria delle armi. Un tecnico diceva: se per un anno non si producessero le armi sarebbe risolto il problema della fame nel mondo. Il secondo giorno della guerra è andato all’Ambasciata di Russia alla Santa Sede, voleva incontrare Putin per chiedere un dialogo di pace, ma ci sono tanti forse troppi interessi imperiali, non solo russi. La Russia è imperiale dal tempo di Pietro il Grande, Caterina II, ma ci sono degli imperi di altre parti. Il ministro degli esteri russo Lavrov gli ha scritto bene, grazie, ma non è il momento. Ha parlato chiaro sulle persone omosessuali. La prima volta di ritorno da Rio de Janiero: “Se una persona è omosessuale e cerca Dio chi sono io per giudicarla?” La seconda volta nel viaggio in Irlanda ha detto ai genitori di non cacciarli via di casa. La terza volta sulla criminalizzazione della omosessualità. La quarta volta sul volo dall’Africa una delle parti del mondo che criminalizza tanto. Difende la terra dai cambiamenti climatici: “La deforestazione è un crimine, tutti quanti dobbiamo proteggere i due polmoni, l’Amazzonia e il Congo. Nel Pacifico sta crescendo il livello delle acque. Ci sono Paesi che stanno spostando le città e un’isola del Pacifico la propria capitale da un’altra parte perché fra vent’anni non ci sarà più. Non sappiamo custodire il creato. I pescatori trovano metà pesce e metà plastica”.
Francesco e il chiacchiericcio in famiglia. “Quando un fratello o una sorella parla male dell’altro, i figli con i parenti o con gli zii, tutto questo distrugge. Dire le cose in faccia, in famiglia, i genitori con i figli, il marito e la moglie. Anche litigare ma fare la pace prima che finisca la giornata. Perché la guerra fredda del giorno dopo è terribile. Il chiacchiericcio favorisce la guerra fredda. Essere coraggiosi e dirle in faccia le cose”. Gli abusi sessuali sono terribili. Il 40 p.c. degli abusi sono nella famiglia, poi il mondo dello sport e le scuole… il 3 p.c. da preti cattolici. “Poco, no è troppo. Anche se fosse solo uno sarebbe una brutalità perché il prete è per fare crescere, per santificare e non per rovinare una vita con l’abuso”. La Chiesa è andata avanti dopo lo scandalo di Boston, dove è iniziato tutto. Nel viaggio in Brasile, durante una riunione degli esperti hanno detto che nelle famiglie pare che gli abusi siano il 46 p.c., ma si copre. Oggi nel mondo delle famiglie o nei quartieri fanno lo stesso che la Chiesa faceva prima. Adesso la Chiesa non copre, ma ci sono accuse e miserie umane, tante, dei peccati dei preti e dei vescovi. “Dio è più grande di questo. Dio non ci perdonerà se noi non andiamo avanti”.
Tuttavia, Francesco quando saluta o incontra i credenti e i non credenti dice: “Pregate per me e se non pregate tiratemi buone ondate”. Un modo di pregare pagano, ma è un volersi bene. Anche questa è una preghiera, volere bene ad un altro è una preghiera. “Da solo non ce la faccio”. La storia del pontificato continua, chissà cosa ci riserva il domani…
Enzo Sossi