Sono elbano dal 2020, appena mi è stato permesso viaggiare nella pandemia di Covid-19 che ha paralizzato il Paese, ho preso il traghetto da Piombino e sono sbarcato a Portoferraio. Una scelta di vita, ho lasciato una grande città del Nord-Est per la splendida isola verde, lo scoglio. Per tale motivo desidero dare il mio contributo/parere sulla diatriba tra il Comune di Capoliveri verso Asa Spa e l’Autorità Idrica Toscana, sull’acqua o meglio il dissalatore di Mola, un romanzo giallo con una serie di ricorsi al Tar della Toscana, forse costosi per i contribuenti capoliveresi.
Il sindaco di Capoliveri, Walter Montagna e l’assessora all’Ambiente Laura Di Fazio, a mio parere, hanno tenuto probabilmente in ostaggio gli elbani, sulla questione vitale dell’acqua, con una serie di ordinanze e ricorsi alla giustizia amministrativa regionale in cui hanno tentato di bloccare il percorso di costruzione del dissalatore a Mola, considerato un’opera strategica dalla Regione Toscana e probabilmente uno strumento indispensabile per mettere in sicurezza dal punto di vista idrico l’Isola d’Elba. Tanto, nonostante che il Tar della Toscana – il tribunale della giustizia amministrativa – abbia emesso nel tempo diverse sentenze sfavorevoli condannando il Comune di Capoliveri al pagamento delle spese processuali e accessorie. Comunque, secondo me, un comportamento apparentemente massimalista con una possibile visione poco attenta al domani, in cui non sono stati presi in considerazione, dal mio punto di vista, gli interessi dei capoliveresi, dell’industria del turismo e degli elbani nel vedere garantita l’acqua in caso di crisi idrica, senza dimenticare il probabile esborso delle finanze pubbliche.
La siccità che ha colpito l’Europa nel 2022 è stata una delle peggiori degli ultimi 500 anni a causa delle scarse piogge e delle ondate di calore. In questi primi mesi del 2023 lo svuotamento dei bacini e la mancanza di precipitazioni sta facendo proseguire la carenza d’acqua in Italia, tanto che il governo Meloni ha organizzato un incontro per discutere della possibile emergenza idrica e varare un piano straordinario di interventi per impedire la crisi. Qui si inserisce il dissalatore di Mola, che purtroppo ha subito una serie di intoppi che hanno causato un possibile ritardo nella costruzione, nonostante i pareri favorevoli ed i finanziamenti già stanziati dalla Regione Toscana. Solo come esempio, Israele una delle nazioni più aride del mondo, grazie ai dissalatori, sta traboccando d’acqua. Gerusalemme ottiene il 55 p.c. della sua acqua per usi domestici dalla desalinizzazione del mare che ha trasformato Israele in uno dei più importanti giganti dell’acqua.
L’Elba per l’acqua dipende dalla Val di Cornia, dove le precipitazioni diminuiscono di anno in anno a causa del riscaldamento climatico, con un acquedotto sottomarino vetusto che potrebbe cedere da un momento all’altro. I pozzi, se non piove rimangono asciutti, in caso di eccessivo utilizzo si rischia di avere delle infiltrazioni di acqua marina facendoli diventare non utilizzabili. Non sono un esperto, ma mi viene da dire o meglio fare una domanda: perché qualcuno ha tentato nel tempo di ostacolare la costruzione del dissalatore a Mola? Gli ingegneri, i tecnici, gli esperti hanno presentato il progetto, la Regione Toscana lo ha approvato e finanziato, è un’opera utile a tutta la collettività elbana, inoltre, a mio parere, sarebbe opportuno portare a termine la sua costruzione in tempi veloci e comunque il prima possibile, vista la crisi idrica che ha colpito il Paese dal 2022 e per prevenire che l’isola rischi di rimanere senz’acqua. Gli analisti ci dicono con sempre maggiore insistenza che stiamo vivendo un momento di cambiamento climatico con un aumento delle temperature e la diminuzione delle piogge a cui aggiungere l’emergenza idrica che sta interessando e attraversando l’Italia.
Tuttavia, sono fiducioso e mi auguro il prima possibile di utilizzare l’acqua desalinizzata di Mola permettendo allo scoglio una parziale ma forse anche significativa autonomia idrica.
Enzo Sossi