Si sta assistendo ad un dibattito surreale scatenato da un ricatto - come lo ha definito lo stesso Sindaco Campese - della società che gestisce l'aeroporto dell'Elba. Surreale in quanto tutti, ma proprio tutti esprimono la propria opinione, se cedere o meno ai ricatti, fino a giungere alla nazionale elbana di calcio.
Avendoci il destino cinico e baro privato degli autorevoli pareri di Sbirulino, del Nano Bagonghi, di Neghibbe, di Scaramacai e del Peppetti, proviamo a mettere nero su bianco qualche riflessione basata sui dati reali, concreti e non contraddittori come quelle che invece impazzano ultimamente sull’argomento.
Tanto per cominciare un po’ di storia recente: sull’Elba, fino al 2015 volavano due compagnie tedesche, Skywork e Intersky le quali, con deroga concessa da ENAC, volavano con aerei superiori di taglia da quella ammessa per il sedime attuale, aerei da 56 posti. Sono fallite una dopo l’altra per palese insostenibilità economica dell’impresa.
Il costo a miglio, che è lo standard con cui si misura il mercato passeggeri aerei, era esorbitante e anche se avessero viaggiato *sempre* a pieno carico, cosa che succedeva assai raramente, sarebbe comunque rimasto insostenibile.
Quale sia mai la ragione che spinge a credere la massa di allocchi che stanno ululando delle magnifiche prospettive che si aprirebbero con l’aeroporto più grande che la situazione sia cambiata, soprattutto dopo la pandemia che ha visto crollare il trasporto aereo anche del 93%, sfugge alle mie capacità. Tant’è … Comunque sia il dato che è stato diffuso, e cioè che fino al 2015 l’aeroporto della Pila ha sostenuto un traffico di 20.000 passeggeri annui è, molto semplicemente, falso.
Negli anni buoni, con le compagnie a pieno regime si sono sfiorati i 15.000 e, prima che ci si inalberi, faccio presente che io all’aeroporto ci lavoro, quindi so di cosa parlo.
E a questo proposito passiamo a quel disegnino del menga che sta girando insieme alla folle affermazione che sarebbe sufficiente un allungamento della pista (che ad oggi è 1240 metri) di 50 metri a Sud e 250 metri a Nord alla modica cifra di 17 milioni di euro ed al sopportabile prezzo, sopportabile per chi non ci sta, di una decina di sfratti e dello spostamento della Provinciale (per la qual cosa, non sono un tecnico, ma suppongo ci voglia una pila, pun intended, di permessi e autorizzazioni alta due metri).
Ritenete che basti? Ebbene, qui sovviene in nostro aiuto una lettura che vi consiglio, il Manuale ENAC per la costruzione e la gestione di aeroporti, Capitolo III, Caratteristiche fisiche, qui https://www.enac.gov.it/.../Reg_Costruz_cap_1_5_em_9.pdf e, oooops, si scopre che – contrariamente a quanto affermato con una sicumera degna di miglior causa – per passare di categoria l’aeroporto non va solo allungato, ma va anche *allargato*. E qui, come diceva il compianto principe De Curtis, casca l’asino, visto che da un lato è un’operazione impossibile vista la presenza dell’aerostazione, della strada Provinciale, della Pila e del distributore di carburante (a proposito, non è che viene riguardato anche dall’allungamento? E se sì dove pensano di metterlo? Ai Forcioni?) e dall’altro c’è il fosso della Foce, Filetto e Bonalaccia.
E il fosso non può certo essere intombato pena nel caso peggiore una strage alla prossima alluvione e nel caso migliore la perdita della spiaggia visto che contribuisce alla sua formazione in modo consistente e insostituibile.
Assistendo al dibattito che è seguito alle dichiarazioni della società in sede di riunione, ho notato che nessuno si è soffermato non dico a sottolineare, ma anche solo ad accennare a queste quisquilie che, però, a me e a qualcun altro tanto meschine non appaiono.
Per il momento direi che il pippone può finire qui. Ove mi venisse in mente altro mi premurerò di scriverlo.
Edit: se pensate che l'Enac possa derogare a quanto affermato dal manuale a proposito dell'allargamento cambiate spacciatore. Il regolamento ENAC non è ENAC e basta, che già sarebbe comunque sufficiente, è la traduzione di una regolamentazione *mondiale* che vale per tutti ed è inderogabile da chiunque.
Silvio Pucci