Il 26 febbraio, l’assessora all’ambiente del Comune di Capoliveri Laura di Fazio annunciava in un comunicato che il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin (Forza Italia) aveva ricevuto una delegazione composta dall’Onorevole Chiara Tenerini (Forza Italia) e dal Coordinatore Elbano di Forza Italia Adalberto Bertucci, dalla stessa Di Fazio, il tutto «In sinergia con un’azione avviata con il Sottosegretario all’Ambiente, Senatore Claudio Barbaro (Forza Italia), su sollecitazione del Coordinatore Elbano di Fratelli d'Italia, Luigi Lanera.
La Di Fazio sottolineava grata di cotanto incontro di aver avuto modo di «Ringraziare il Ministro Pichetto Fratin per aver concesso uno spazio di ascolto all’interno del quale all’Amministrazione Comunale di Capoliveri è stata data la possibilità di rappresentare, in un clima costruttivo, le istanze della popolazione e soprattutto del territorio e del mare che sino ad oggi, spiace doverlo dire, non hanno trovato un interlocutore disposto al sereno confronto.
Nel corso dell’incontro è stato possibile sottolineare le criticità connesse al pericolo di inquinamento marino di uno dei più importanti siti naturalistici dell’Isola d’Elba rappresentato dal Golfo Stella, facendo presente che il progetto ha scontato l’assenza di contraddittorio e di approfondimento ambientale, superato attraverso il ricorso alla procedura semplificata che ha evitato per ben due volte (nel 2017 e nel 2021) l’assoggettamento del progetto del dissalatore industriale alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.).
Qualora infatti il progetto di dissalazione di Mola fosse stato assoggettato a procedura di valutazione di impatto ambientale, sarebbero stati analizzati - in via preventiva - gli effetti del progetto sull'ambiente, sulla salute e sul benessere umano. All'interno di tale approfondimento sarebbero state identificate le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sull'ambiente prima che questi si fossero verificati effettivamente; ciò nel confronto e riscontro tra chi progetta e chi autorizza nella fase di raccolta, analisi ed impiego di dati scientifici e tecnici, con l'apertura del processo di valutazione all'attivo contributo dei cittadini: si sottolinea che detti dati ed approfondimenti sono stati completamente omessi».
Secondo la nota dell’assessora capoliverese, «Il Ministro Onorevole Pichetto Fratin ha mostrato interesse per la problematica in virtù delle rappresentate criticità in materia di tutela dell’ambiente marino. Analogo interesse sulla problematica è stata manifestata anche dal Sottosegretario, Senatore Claudio Barbaro».
L’assessora, l’onorevole, il coordinatore non devono essere stati molto convincenti e l’interesse del ministro e del sottosegretario sembrano essere presto scemato, visto che nemmeno un mese dopo, all’United Nations Water Conference conclusasi ieri a New York ,l’interesse del ministro Gilberto Pichetto Fratin si è trasformato in una certezza che va esattamente nella direzione opposta.
Infatti, dopo il vertice ONU La Repubblica ha chiesto al ministro: «Lo sviluppo dei dissalatori è una strada che l'Italia dovrebbe percorrere? Se sì, con quali progetti e finanziati da chi? In Israele i dissalatori producono quasi l'80% dell'acqua, a quale percentuale potrebbe puntare l'Italia?»
E Pichetto Fratin ha risposto: «Per un paese come l'Italia i dissalatori potrebbero essere importanti per l'emergenza siccità, tanto quanto i rigassificatori lo sono per la sicurezza energetica. Rappresentano uno strumento che, nel rispetto dell'ecosistema marino, potrebbe risultare di fondamentale importanza per affrontare soprattutto l'emergenza di breve periodo. Israele ha dimostrato che si tratta di una strada percorribile. Deciderà la cabina di regia».
Insomma il ministro dell’ambiente rivendica la scelta del dissalatore paragonandola spericolatamente come “necessità” a quella del rigassificatore di Piombino. Con buona pace dei politici elbani andati in pellegrinaggio a Roma e delle rassicurazioni dei parlamentari di destra che non credono (e non votano) nemmeno loro in quel che promettono e fanno credere agli isolani.