Leggiamo, tra lo sbigottito e l'incredulo, un nuovo articolo, se così si può definire, della "Fondazione Isola d'Elba".
Dopo aver a malapena compreso la lista dei reati suggeriti, ci vediamo costretti a rispondere a questa sorta di inno all'illegalità ambientale.
Ci meravigliamo oltretutto che, oltre alla lista della "spesa", ci sia l'evidente e triste riprova che ancora non si sia capito nulla e si viaggi nella disinformazione più cieca sulla questione ungulati.
Possiamo capire che leggere e ricercare soluzioni scientifiche non sia lavoro da tutti, ma invitiamo chi non ha voglia di risolvere il problema con metodi reali e legali, di lasciare le chiacchiere da bar fuori dai consigli da proporre alle Amministrazioni.
Ancora una volta si accusa il Parco di essere causa del problema, quando in realtà è l'Ente che cattura più cinghiali, nonostante i continui sabotaggi alle trappole, verosimilmente (è pressoché automatico pensare così) da parte di chi potrebbe aver paura di perdere il proprio passatempo invernale o da chi continua a considerare il Parco un nemico da combattere.
Ancora una volta si parla di "prosciutti", quando nemmeno lo stoccaggio dei capi abbattuti è consentito. Ancora una volta si parla di caccia nel territorio del Parco, quando già con azioni precedenti si è rischiato grosso, violando la legge e, inoltre, senza risolvere nulla.
Queste follie, come già più volte sottolineato, sono un palese invito a violare la legge sulle aree protette, sulla caccia, sul divieto di pasturazione dei cinghiali, sulle diverse direttive europee, sui vincoli e sui piani di gestione speciale e sulle Zone Speciali di Conservazione (SIC) presenti in gran parte dell’Elba, nonché alla violazione della stessa Costituzione Italiana.
Oltre ai cinghiali, in questo assurdo scritto, si scomodano anche i lupi, consigliando l’abbattimento di una specie che ad oggi risulta protetta. Questo fa subito pensare a una favola conosciuta da tutti (Cappuccetto rosso), ma in questo caso scritta male: si ricorda che per molto meno l’Unione Europea ha avviato procedure d’infrazione nei confronti dello Stato Italiano.
Forse qualcuno ha la memoria tremendamente corta, oppure ha voglia di blaterare leggende metropolitane di una banalità e infondatezza uniche, pur di riabilitare gli amici cacciatori.
Dal nostro non possiamo fare altro che sostenere rafforzare il sostegno al Parco e alle Istituzioni che stanno seguendo l'unico programma utile, scientifico e sensato per arrivare alla soluzione del problema, ovvero l’eradicazione del cinghiale e del muflone dall’Isola.
Comitato Eradicazione Cinghiali Isola d’Elba