Sempre come contributo per una decisione consapevole, avendo appreso che in alternativa al potenziamento dell'infrastruttura aeroportuale, con il prolungamento della pista, si ipotizza il mantenimento dell'aeroporto così come è oggi nella speranza che possa continuare ad operare come in questi ultimi anni. Purtroppo non è vero perché Regione Toscana e Toscana Aeroporti si sono già espressi chiaramente sul fatto che l'alternativa è la chiusura dell'aeroporto, con gravi danni per lo sviluppo sociale e economico del territorio.
A queste condizioni, senza lo sviluppo dell'aeroporto, Toscana Aeroporti ha già fatto sapere, con comunicazione anche al Sindaco Montauti, che lascerà Alatoscana.
Il ruolo di Toscana Aeroporti è fondamentale per la funzionalità e lo sviluppo aeroportuale, in sua assenza i servizi tecnici ed amministrativi resi ad Alatoscana sarebbero estremamente difficili da reperire sul mercato e molto più onerosi tanto da compromettere l'equilibrio economico della Società.
Per la Regione Toscana, in una riunione con i Sindaci Elbani ai primi di febbraio 2023, il Presidente Giani ha comunicato che non potrà continuare a finanziare Alatoscana senza sviluppo dell'infrastruttura. Analoga posizione è stata espressa dall'Assessore Baccelli in un'intervista a "La Repubblica" del 5 aprile scorso " L'ampliamento è un'occasione storica. Si tratta di interventi di rilievo ma realizzabili, penso che in questo caso i disagi siano inferiori agli effetti positivi." Attenzione però, se venisse bocciato l'ampliamento, regione e Toscana Aeroporti si tirerebbero indietro dallo scalo elbano." Investiamo due milioni all'anno per un mini-aeroporto, -continua Baccelli- il rapporto costi benefici non è sostenibile."
Ipotizzare l'impossibile mantenimento dell'aeroporto come è ora non è solo irrealistico ma controproducente perché non potrebbe contribuire allo sviluppo sociale, turistico ed economico dell'isola e di fatto nessuno si dichiara disponibile a sostenerne i costi, neanche il Pubblico.
È parimenti impossibile la vendita perché senza sviluppo, nessun privato è interessato ad acquistare una struttura, così come è ora, pesantemente onerosa che non può produrre reddito.
Il nostro aeroporto già dal 2016, con la chiusura di InterSky e definitivamente dal 2018, con il fallimento di SkyWork, non ha più avuto collegamenti aerei di linea turistici estivi verso l'Europa e questo nonostante ricerche a tappeto presso le Compagnie Aeree Europee svolte da Alatoscana con la collaborazione di Toscana Aeroporti.
Gli unici voli sono stati quelli per Lugano di Silver Air, compagnia già presente sul nostro aeroporto grazie al programma di Continuità Territoriale e pochissimi voli charter, con aereo da otto posti della Swiss Flight, per Berna e Les Eplatures. Questo perché non esistono più in Europa Compagnie Aeree che operino voli di linea con aerei inferiori ai 70 posti, assumendosi il rischio di impresa.
Gli unici voli possibili con aerei piccoli (inclusi quelli con l'ATR 42 STOL quando ci sarà dal 2027) sono quelli ampiamente o totalmente sovvenzionati come quelli per la Continuità Territoriale.
La Continuità Territoriale è stata finanziata fino al 2022 dal Ministero delle Infrastrutture e dalla Regione Toscana con circa 1.150.000 € annui.
Nel 2023, il Ministero non ha più contribuito per la Continuità Territoriale Elbana che è attualmente finanziata per il 70% dalla Regione Toscana e per il 30% dalla GAT (in attesa di conferma).
Si segnala peraltro che l’attuale programma di continuità territoriale terminerà il 31 ottobre e, al momento, a causa dell’attuale situazione di stallo in merito al futuro della struttura aeroportuale, la Regione non ha ancora potuto avviare l’iter per un nuovo bando. L’iter richiederà , come minimo, un periodo di 15/18 mesi e non sarà quindi probabilmente possibile beneficiare della continuità territoriale fino a fine 2024.
Chi ha il potere decisionale non può far finta che si possa continuare come ora, perché l'alternativa è la chiusura dell'aeroporto e chi dice no si oppone a un progetto per lo sviluppo sociale economico del territorio, assumendosi la responsabilità dei danni conseguenti per i campesi e per gli elbani.