La manifestazione del Comitato dei cittadini di Campo nell’Elba contrari al prolungamento dell’aeroporto della Pila ha avuto il merito di svelare quale sarebbe la ricaduta della vittoria del sì: una cambiale in bianco ad Ala Toscana e Toscana Aeroporti per trasformare un progetto di massima fumoso e aleatorio in un progetto che potrebbe essere molto diverso a seconda delle necessità di un privato che si approprierà, spacciandosi per il portavoce dell’ interesse pubblico, di terreni e case di cittadini e che provocherà lo spostamento di un’infrastruttura pubblica vitale come la strada provinciale e di un corso d’acqua ad elevatissimo rischio idrogeologico, come dimostrano le due alluvioni del 2002 e 2011.
Quel progetto di massima che è poco più di un’ipotesi rappresenta in realtà un’idea vecchia e superata dei voli aerei che quando sarà eventualmente pronto il prolungamento dell’aeroporto – fra 10 o 15 anni? – sarà un reperto del passato, visto il rapido cambiamento tecnologico e trasportistico in corso.
Da tanta approssimazione, arroganza e opacità politica, da una tale dimostrazione di mancanza di capacità innovative e di guardare al futuro - già cominciato in altri Paesi europei - di un’aeronautica più sostenibile, che prevede l’abolizione delle tratte medio-brevi e il collegamento con i grandi aeroporti con “navette” aeree e terrestri moderne e funzionali che garantiscano la continuità territoriale, è scaturita un’ipotesi superata dai tempi ammettendo (come ha fatto Ala Toscana) che comunque, anche con il distruttivo prolungamento dell’aeroporto, che costerà probabilmente il doppio ed oltre di quanto previsto, quella struttura potrà restare in piedi solo con cospicui finanziamenti pubblici.
E’ chiaro che si vuole spacciare per modernità un modello economico e trasportistico obsoleto e senza alcun credibile futuro.
E’ chiaro che si chiede ai cittadini campesi di firmare una cambiale in bianco a chi ha portato l’aeroporto a queste difficoltà dopo aver assicurato che il precedente prolungamento/adeguamento avrebbe risolto tutto.
E’ chiaro il pensiero di chi crede che gli indigeni campesi accetteranno di dire sì abbagliati dalle perline e dagli specchietti che sembrano aver già funzionato con quasi tutta la politica elbana e quasi tutte le categorie economiche che appaiono impantanate fino al collo nel passato.
E’ chiaro che piegarsi al ricatto di Alatoscana significherebbe per i Campesi farsi carico dei problemi che l’apertura – per scopi come minimo opachi - di un grande cantiere destinato a durare, per essere ottimisti, al minimo una decina d’anni, e a espropriare e abbattere case, a traslocare strade e fossi fondamentali per la viabilità e la sicurezza idrogeologica vuol dire mettere in gioco l’appeal turistico di Marina di Campo, oltre al loro benessere e al futuro dei loro figli in cambio di una manciata di pie illusioni.
E’ chiaro che la Regione Toscana e il Governo nazionale devono farsi subito carico – a cominciare dalla scandalosa situazione dei traghetti – di una continuità territoriale che non può certamente essere utilizzata come bastone da agitare in cambio di un sì a un prolungamento di un aeroporto che nascerebbe già vecchio. La continuità territoriale è un diritto degli elbani, non la concessione benevola di qualche politico in cambio di un obbediente consenso.
Per questo, e per tutte le problematiche ambientali che abbiamo già opposto, Legambiente Arcipelago Toscano chiede ai suoi soci e simpatizzanti e ai cittadini campesi che hanno a cuore il loro territorio e un futuro economico sostenibile di votare NO o di astenersi dal partecipare al referendum del 23 aprile.