Il Comune di Capoliveri, nel 2011 aveva varato e deliberato il progetto Linea di Boe. L'obiettivo dichiarato della delibera, quello di tutelare e proteggere i punti di immersione più suggestivi dell'area marina del proprio territorio, ma il provvedimento aveva in realtà anche un ulteriore risvolto.
La linea di boe avrebbero realizzato infatti delle piccole aree con ingresso a pagamento il cui pedaggio per i sub residenti rappresentava una spesa annua di circa 300 euro (eccetto per i diving consorziati nel CED, gli unici convenzionati, che potevano godere di tariffe dimezzate rispetto agli altri isolani), ma le quote sarebbero diventate molto più alte (fino a circa 120 euro al giorno), per i diving ed i privati provenienti da oltre canale.
Questo ha fatto imbestialire, non poco, molti subacquei frequentatori ed estimatori dei nostri fondali.
Tra gli appassionati del settore, la questione ha raggiunto proporzioni nazionali ed è stata più volte trattata dalle riviste specializzate che gridavano alla "privatizzazione del mare".
La linea di boe che avrebbe dovuto svilupparsi lungo tutte le coste capoliveresi, dalla Secca di Fonza fino a Capo Calvo, è stato infine cassata dal Decreto del Presidente della Repubblica del 17 luglio 2013, che accogliendo il ricorso presentato dalla ditta Acquanauta di Piombino ha annullato la delibera della Giunta del Comune di Capoliveri con cui tale progetto era stato avviato.