Caro Presidente,
ho letto che nell’ultimo Consiglio dei Ministri sono state deliberate alcune modifiche ed integrazioni al decreto-legge “Sud” che riguardano, tra l’altro, norme relative al contrasto all’immigrazione illegale e in cui, in particolare, si prevede l’approvazione, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di un piano per la costruzione, da parte del Genio militare, di ulteriori Centri di Permanenza per il Rimpatrio (C.p.r.), da realizzarsi in località a bassissima densità abitativa, facilmente perimetrabili e sorvegliabili e quindi lontano dai centri abitati.
E allora mi domando, perché non riprendere l’idea che avevo già lanciato più volte quando, per tanti anni, sono stato Sindaco di Capoliveri e cioè quella di trasferire i migranti sull’Isola di Pianosa dove ritengo che ancora oggi sia possibile realizzare sia un Cpr che un Hotspot?
D’altronde, il fallimento di ogni iniziativa in favore di Pianosa è sotto gli occhi di tutti e il primo motivo è che gli immobili presenti sono praticamente tutti di proprietà demaniale. L'isola, che si trova a poche miglia dall'Elba, potrebbe diventare una soluzione per affrontare in modo quasi risolutivo il tema dell’immigrazione. Ci sono le strutture dell'ex carcere che consentirebbero di organizzare la prima accoglienza e la vicinanza alla costa insieme al facile accesso potrebbero consentire di mettere in pratica le misure più urgenti. Va da sé che un'isola sarebbe facilmente sorvegliabile e porrebbe un argine al penoso calvario di profughi clandestini vaganti sul territorio nazionale nel tentativo, spesso vano, di raggiungere altri Paesi, per non parlare di quelli che molto spesso si macchiano di reati di microcriminalità e non solo.
La nostra società democratica è strutturata su diritti e doveri e all’interno dei diritti e dei doveri ci sono le regole, regole che devono necessariamente essere rispettate da tutti, anche dai profughi e dai migranti. Come italiano, ma anche come componente del Consiglio Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, sarei pertanto favorevole alla realizzazione a Pianosa di un Cpr o comunque di un centro strutturato capace di accogliere i migranti. Un “Piano Pianosa”, l'isola dell'ex carcere di massima sicurezza, mi risulta che sia stato in valutazione in passato, anche se il Viminale non si è mai espresso ufficialmente. Oggi è davanti ad ognuno di noi la situazione dell'immigrazione irregolare in Italia e quindi, da subito, si potrebbe realizzare sull'isola piatta un grande centro di accoglienza dei migranti, organizzato civilmente (da dieci o anche ventimila persone) e realizzato con container, tende e moduli abitativi usati dalla protezione civile per le emergenze. Ricordo che in Abruzzo, dopo due giorni dal tragico terremoto del 6 aprile 2009 c’erano 31 tendopoli allestite che riuscivano ad ospitare ca. 18.000 persone oltre a 24 cucine da campo già in funzione. Il 9 agosto 2009, secondo la Protezione Civile, gli sfollati nelle tende erano 20.000 dislocate in 137 tendopoli con oltre 5.000 tende. Al culmine dell’emergenza del post-terremoto, nelle varie tendopoli, furono ospitate più di 40mila persone.
A Pianosa si potrebbe quindi creare un centro dove vengano identificati e selezionati i profughi ed i clandestini sprovvisti di regolare titolo di soggiorno così come avviene a Manus Island: l'isola della Papua Nuova Guinea dove l'Australia gestisce i migranti che arrivano dall'Indonesia. Nel frattempo, i migranti potrebbero anche lavorare per recuperare l'immenso patrimonio edilizio dell'isola oggi per lo più in stato di abbandono. Oltre all'ex carcere, che potrebbe funzionare come Cpr, ci sono infatti molte strutture ormai in abbandono da più di venti anni, tra cui anche quelle dove vivevano le guardie carcerarie con le famiglie.
Si sta prospettando un’invasione e allora se ci sono difficoltà a fermarli e siamo costretti ad accoglierli, facciamolo, ma con le nostre regole: subito il trasferimento a Pianosa, da cui si esce solo se si ha diritto all'asilo politico o per essere rimpatriati. Penso e spero che questo potrebbe essere un bel deterrente, anche psicologico, per arginare tutti questi sbarchi degli ultimi mesi. Forse non è la soluzione migliore, ma è una soluzione che può interrompere o comunque può limitare questo incontrollabile flusso di migranti. A Pianosa peggio di così non può andare, anzi, forse, potrebbe essere l'inizio di una nuova opportunità.
Ho desiderato condividere con te il mio pensiero, nella speranza che possa esserti di aiuto e colgo l’occasione per salutarti cordialmente.
Ruggero Barbetti
Componente del Consiglio Direttivo
Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano