Cosa sta succedendo a Gerusalemme, forse un certo sionismo religioso ha disprezzo per i cristiani ed i loro luoghi di culto in Terra Santa? Con sempre maggiore frequenza si verificano atti di grande intolleranza nei loro confronti con sputi e vandalismo verso le Chiese ed i Luoghi Santi. Forse la risposta si può riassumere in due parole: il nuovo governo.
Benjamin Netanyahu sta guidando una coalizione, per molti di estrema destra e mai prima al governo di Israele, radicale e religiosa e con al proprio interno due correnti di pensiero. Il cristianesimo è uno dei peggiori nemici degli ebrei e dello Stato ebraico. Un pensiero che ha la propria origine dalla profonda convinzione che affonda le radici nei rapporti conflittuali tra le due religioni esistenti fin dal Medioevo, per culminare nella Shoah. Probabilmente, queste persone non conoscono l’evoluzione della Chiesa cattolica nei confronti degli ebrei, e rimangono fedeli ad una serie di proprie convinzioni: Gerusalemme deve essere una città ebraica in cui non c’è posto per in non ebrei o per gli ebrei non osservanti.
L’altro pensiero è quello dei nazionalisti ultra-ortodossi che rifiutano ogni idea di progresso. Un concetto che credono provenga dal cristianesimo. La Corte Suprema di cui vogliono limitare i poteri? È un’espressione del progresso. La tendenza alla spinta al pluralismo nella società israeliana? Anche questo una conseguenza del progresso. Le persone lgbtq+? Una bestemmia. Per loro, lo Stato ebraico non si può separare dalla religione.
In tale situazione politica si stanno verificano sempre più comportamenti astiosi con sputi e vandalismo verso i cristiani. Pare che molti degli autori di questi atteggiamenti ostili verso i cristiani ed i Luoghi Santi sono dei giovani adolescenti forse incoraggiati da queste due correnti di pensiero. Giovani che vogliono dimostrare di essere più devoti, di pregare di più, forse d’antan e che sono contro la modernità. Sentono e credono di avere il sostegno di una parte della società israeliana che non vogliono fermarli. Gli israeliani, forse non sono realmente consapevoli di tale fenomeno e solo una parte dell’élite più evoluta e multiculturale ne è interessata.
Con tutti i problemi che agitano la società israeliana e il fatto che i cristiani siano una minoranza, la questione fatica a trovare spazio, ma è triste per noi europei vedere dei giovani ebrei ultra-ortodossi passare davanti a delle suore cattoliche e sputare in terra se non verso di loro. Un comportamento non solo ostile ma anche incivile e senza alcuna conseguenza, purtroppo, per i bulli.
La politica di Israele verso la minoranza cristiana pare poco chiara, anche influenzata dall’ostilità storica dell’ebraismo nei confronti del cristianesimo. Il popolo ebraico ha vissuto come una minoranza nei governi cristiani e anche mussulmani per secoli. Al momento della fondazione di Israele la posizione fu invertita: i leader israeliani si ritrovarono nelle posizioni di potere, responsabili degli affari delle comunità cristiane locali, che allora erano considerate come parte integrante del mondo arabo, che aspirava a distruggere Israele. Poi, col tempo i rapporti sono migliorati, Israele voleva dimostrare agli occidentali che i Luoghi Santi e le istituzioni cristiane potevano essere sicure e prosperare sotto il loro controllo.
Tuttavia, alcune parti della società israeliana comprendono bene l’importanza dei cristiani per la Terra Santa e per la storia di Gerusalemme. Diversi di loro sono interessati al cristianesimo e cercano di fare del loro meglio per aiutarlo. Israele con l’attuale governo guidato da Benjamin Netanyahu pare vivere una fase nazionalista e ultra-ortodossa forse estrema, che a parere di vari esperti di politica internazionale forse non sono in sintonia con la moderna e vivace società civile israeliana, che da diversi mesi protesta per le strade del Paese a favore della democrazia e contro il tentativo del governo di limitare i poteri della Corte Suprema. Netanyahu pare vivere una fase oscura forse angusta, con lo sguardo rivolto al passato e forse ostile al progresso ed alla modernità, mentre i giovani adolescenti ebrei ultra-ortodossi, che definire bulli è forse un eufemismo, vengono tollerati e forse incoraggiati nei loro atteggiamenti ostili verso i cristiani ed i Luoghi Santi, senza che le autorità del Paese facciano alcunché per impedirlo e proteggere la minoranza cristiana in Terra Santa. Forse, pare il tempo che Bruxelles prenda posizione a difesa delle comunità cristiane in Israele.