Tempo fa scrissi un articolo nel quale ipotizzavo la realizzazione di un monumento, o quantomeno, di una giornata celebrativa, a memoria della pazienza, della tolleranza e dello spirito di sopportazione della gente elbana.
La proposta prendeva spunto dalla constatazione che, a mio parere, nessun’altra comunità al mondo, colpevole del solo fatto di vivere giorno per giorno le difficoltà oggettive e naturali insite nella condizione di insularità, dimostrasse la stessa capacità di sopportazione.
Ricordo che, quali esempi a conforto, citavo, già allora, lo smembramento della Sanità, quello del Tribunale, l’avventurosa mobilità (non solo trasporto marittimo, ma anche trasporti ferroviari e su gomma), l’assenza di una condivisa strategia di sviluppo in grado di assicurare stabili prospettive, la crisi della scuola e della cultura, gli incontrollati scempi urbanistici ed architettonici, la selvaggia privatizzazione di spiagge o sentieri, ed altro a corollario.
Trascorso tanto tempo, pensavo fino a qualche giorno fa, che fosse intervenuto qualche sostanziale cambiamento, per il raggiungimento di obiettivi comuni.
E’ vero, se non tutto, molto è cambiato.
Il Tribunale ha cessato di essere un problema e non esiste più la minaccia di smembramento: semplicemente, se n’è già andato, quasi in silenzio. Il Ministro Cancellieri ha dichiarato che il taglio dei Tribunali “superflui” , tra cui la Sezione distaccata di Portoferraio, comporterà (non ha ovviamente detto: oltre a disagi per i cittadini e superlavoro insostenibile per i Giudici dei Tribunali di accoglienza), un risparmio complessivo italiano di circa 80 milioni di euro: più o meno la stessa cifra che si sarebbe potuta risparmiare abolendo il rimborso di diarie e spese varie a deputati e senatori, senza disagi. Ma, vogliamo mettere!
L’Ospedale conserva, di se, l’insegna, ma non più l’inutile ascensore, oltre ad altre bazzecole, ed è stato, di fatto, “promosso” a Poliambulatorio: infatti, dal basso della mia socratica ignoranza, credo che una struttura sanitaria non attrezzata per risolvere in sede i cosiddetti “codici rossi”, semplicemente non sia un ospedale. Certo, quando sia presente l’elicottero e possa alzarsi in volo per favorevoli condizioni meteo, bene, altrimenti? Maledetta continuità territoriale! Una ambulanza può trasportare un malato critico da Livorno a Pisa (o viceversa), con certezza in 15-20 minuti ; per lasciare l’Elba ci potrebbero volere anche 1 o 2 giorni, forse troppo. Lascio ad altri trarre una morale da tutto ciò.
La scuola, nel frattempo, ha fatto meritare all’Elba (fonte CGIL) il titolo di uno tra i “territori scolasticamente più penalizzati”, risultando vittime della “sua usuale emergenza scolastica”, logistica e di personale, soprattutto dirigente.
Intanto, bruttezze architettoniche, ecomostri ed ecomostriciattoli crescono o sostituiscono quelli preesistenti, con il tollerante beneplacito della Soprintendenza competente.
Infine, sempre nel frattempo, alcuni Sindaci fautori del NO al recente referendum sul Comune Unico (occasione sinceramente mal giocata, a mio avviso), si sono accorti, facendosene scudo, che la disponibilità di spesa dei rispettivi Comuni risulti bloccata dal corrente Patto di stabilità. Peccato che essi stessi abbiano volontariamente rinunciato allo sblocco dello stesso Patto, sblocco previsto in caso di costituzione, appunto, del Comune unico. Un evidente caso di sdoppiamento della personalità, senza poter capire quale sia la parte furba.
Il risultato complessivo è che, per colpa evidente della assenza di una azione forte, continua e coordinata degli Amministratori elbani orgogliosamente frammentati a guardia dei rispettivi feudi, la gente elbana si trovi, rischiando fortemente di rimanerci, con un bel pugno di mosche in mano su tutto.
A conclusione del mio precedente articolo, scrivevo del timore di dover proporre, oltre a quello dedicato allo spirito di sopportazione, un ulteriore monumento, questa volta all’autolesionismo della classe di governo elbana e, purtroppo di conseguenza, degli elbani: ci stiamo arrivando di gran carriera.
Paolo di Pirro
Paolo Di Pirro