Nel quadro del Bando” Siete presente. Con i giovani per ripartire” indetto nel gennaio 2022 dal Cesvot e dalla Regione Toscana (Giovani sì), in accordo con il Dipartimento per le politiche giovanili e del Servizio sociale universale, è stato approvato il Progetto “Amici fragili”, sostenuto dalla Fondazione Isola d’Elba, capofila del progetto.
Alla nostra Associazione (Dialogo volontariato carcere), come ad altre associazioni ed enti elbani, è stato chiesto il sostegno di un partenariato, a cui abbiamo risposto affermativamente per i seguenti motivi:
1) iniziative destinate ai giovani, quali corsi di musica, di danza, attività teatrali, pittura etc. ci sono parse molto utili per favorire la crescita e la socializzazione dei ragazzi, direi anche con funzione preventiva, tenendoli positivamente occupati e interessati e quindi meno dipendenti da droghe e cattive abitudini.
2) C’ era anche la prospettiva di mostre artigianali, dipinti e pagine scritte dai detenuti, da organizzare con l’aiuto dei ragazzi facenti parte del progetto. Un’idea per aprire il carcere al mondo esterno.
Però, nel concreto dipanarsi di questa esperienza, ci siamo resi conto di non trovare nessuna occasione né di programmazione né di realizzazione del Progetto.
È restato il nostro, forse inevitabilmente, un contributo solo sulla carta, completamente inattivo. E questa constatazione niente toglie all’apprezzamento del sicuro valore dell’esperienza, ormai conclusa, del Progetto “Amici fragili”.
Adesso ci troviamo citati sulla stampa locale come partner di una iniziativa rivolta alle scuole secondarie, di cui non siamo stati minimamente informati. Si tratta del Progetto “Gender Revolution. Gender Equality”, al quale non abbiamo collaborato e al quale non intendiamo dare la nostra adesione e, ripeto, di cui abbiamo avuto notizia solo indirettamente.
Cogliamo invece l’occasione per confermare la nostra convinta adesione al Progetto della Fondazione “Cittadini custodi della cultura contadina elbana”, progetto nel quale la nostra Associazione è stata coinvolta in fase di programmazione, con incontri e precise e interessanti informazioni.
Ci auguriamo che questo Progetto possa riguardare anche il Carcere di Porto Azzurro, dove è attiva una sezione dell’Istituto di Agraria e dove già alcuni detenuti lavorano nella struttura chiamata “L’Agricola”, che comprende terreni adiacenti a Forte San Giacomo e di cui da tempo si prevede un ampliamento verso zone continue coltivabili e quindi anche portatrici di lavoro.
Associazione Dialogo - volontariato carcere