“Complimenti allo staff e ai lavoratori di Titan/Micoperi, con la Protezione Civile e l’Osservatorio per il recupero della Costa Concordia con la buona riuscita della difficile rotazione del relitto; grazie anche all’Arpat, all’Università e ai ricercatori che hanno tenuto sotto controllo fino a questo momento il rischio di inquinamento. Ora, massima attenzione va dedicata all’evidente deformazione dello scafo e al forte danno subito dalla fiancata della Costa Concordia che poggiava sugli scogli, soprattutto per la messa in opera dei nuovi cassoni proprio su quel lato della nave, in vista del complesso trasporto del relitto nel porto dove sarà effettuata la demolizione”.
Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha commentato il successo delle operazioni di recupero della nave da crociera sui fondali dell’isola del Giglio.
“Ci auguriamo fortemente che la Concordia, con lo scafo così lesionato, sia condotta in un porto vicino in grado di garantire adeguatamente la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente – ha continuato Cogliati Dezza - e per questo respingiamo con forza l’ipotesi, tornata a circolare, di portarla fino in Turchia, dove, come dimostrano anche recenti incidenti, molti cantieri non sono adeguati alle nuove normative dell’Unione europea”.
“Siamo convinti – ha aggiunto il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza - che la scelta migliore per lo smaltimento sia quella del porto più vicino, attrezzato a questo scopo. Concordiamo quindi col Presidente della Regione Rossi sull’evitare ‘di portare in giro per il Mediterraneo questo mostro d’acciaio con il rischio di provocare gravi danni all’ambiente marino’, e crediamo sarebbe opportuno che la vicenda della Concordia si traducesse in opportunità per il nostro Paese. Questa potrebbe essere l’occasione per creare subito un polo attrezzato, all'avanguardia nel Mediterraneo e in linea con le misure richieste dalla recente normativa comunitaria, per rottamare le grandi navi secondo tecniche innovative rispettose dell'ambiente e della salute degli operai. In questo senso - ha continuato Ferruzza - torniamo a sollecitare i Ministeri dei Trasporti e dell'Industria affinché procedano velocemente ad individuare il sito di smaltimento adeguato nel nostro Paese, così da contribuire anche a cancellare la vergogna mondiale delle rottamazioni a buon mercato in India”.
“La Concordia non può più essere considerata una nave, ma è ormai un enorme rifiuto, auspicabilmente galleggiante – ha concluso Cogliati Dezza – e per questo motivo riteniamo che la scelta della destinazione finale non possa essere più affidata al privato coinvolto nell’incidente. Per evitare ogni rischio è' indispensabile evitare pericolose e lunghe navigazioni alla Costa Concordia per portarla nel porto attrezzato più vicino”.