Il senatore di Fratelli d’Italia Bartolomeo Amidei ha annunciato che «Su richiesta del ministro Lollobrigida, ho ritirato la proposta di legge a mia firma. La proposta ambiva ad una omogeneità normativa delle regole applicate alla attività venatoria in ambito europeo. Purtroppo come sempre, senza entrare nel merito, è divenuto sterile argomento di polemica e il tema dovrà essere più opportunamente trattato in un quadro di revisione complessiva della materia». In realtà Amidei – che non è un cacciatore – e il suo ispiratore, l’eurodeputato Sergio Berlato – che è un fan della caccia selvaggia – avevano scatenato un bel putiferio che evidentemente ha infastidito i vertici di Fratelli d’Italia e alla fine è dovuto intervenire personalmente il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida (anche lui cacciatore) che con una secca nota conferma e sconfessa il suo camerata: «Ho chiesto al senatore Amidei di ritirare la sua proposta di legge, mai concordata con il governo. Senza entrare nel merito dei temi trattati, ritengo evidente sia necessario evitare ogni polemica derivante da proposte individuali che non rientrino in un riordino complessivo e omogeneo in chiave europea dell’attività venatoria».
Una posizione condivisa anche dal presidente di Federcaccia Massimo Buconi che ha dichiarato: «Non è alimentando polemiche e fornendo argomenti agli oppositori dell’attività venatoria che si fa il bene della caccia e dei cacciatori. Bene ha fatto il ministro Lollobrigida, che ringrazio, a chiarire la posizione del Governo su un tema delicato come quello della riforma della 157/92, che in queste ultime ore – forse pretestuosamente, ma sicuramente in maniera efficace per colpire tutta la nostra categoria e la nostra attività – era stato posto al centro delle cronache».
Una sconfessione piena di Amidei che aveva presentato una proposta così estremista e attaccabile da essersi trasformata in un boomerang politico, mettendo in imbarazzo le stesse associazioni venatorie. Buconi prende le distanze sceglie un altro approccio, marca la vicinanza col ministro e conclude: «Continueremo il nostro impegno perseguendo l’obbiettivo di una riforma condivisa e condivisibile, basata su punti concreti e argomentazioni solide, che senza dare adito a strumentalizzazioni né fornire ai nostri detrattori il modo di utilizzare i soliti argomenti emotivi per sollevare la società contro di noi, consenta una pratica venatoria sostenibile, soddisfacente e al passo con i tempi e la scienza, sgombra da ideologie e posizioni vecchie di decenni. Per questo non possiamo che essere d’accordo con quanto espresso dal Ministro Lollobrigida».
La proposta estremista del parlamentare di FdI rischiava di vanificare il lavoro di revisione della legge sulla caccia portato avanti da Federcaccia che, come ricorda Buconi, «Da sola e con le altre associazioni venatorie lavora costantemente per un doveroso e necessario aggiornamento dell’attuale normativa e creare polemiche con l’unico risultato di compattare tutte le sigle e le forze politiche che ci si oppongono serve solo non a chi cerca risultati concreti per la caccia, ma persegue altri fini, sicuramente legittimi, ma non certo a beneficio del mondo venatorio».
Sulla questione è intervenuto anche Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione agricoltura e segretario di presidenza della Camera, «Se il ministro Lollobrigida vuole sul serio affrontare il tema dell’aggiornamento della legge 157 sulla caccia, presenti in Parlamento, come impone la stessa norma, la relazione sullo stato di applicazione. Sulla base dei dati tecnici che ci forniranno le regioni, gli ambiti territoriali di caccia e i comprensori alpini, e l’Ispra potranno essere evidenziate le criticità da affrontare e le positività da rafforzare. Il resto è solo propaganda come il disegno di legge presentato dal collega di partito Amidei al Senato, al quale il ministro ha chiesto di ritirarla, che avanza proposte demagogiche che fanno del male allo stesso mondo venatorio. Una cosa è certa, almeno per noi, qualsiasi modifica non dovrà mettere in discussione il sistema pubblicistico attuale che nel tempo la stessa destra ha tentato di scardinare per ragioni privatistiche e consumistiche. Le priorità sono la tutela della biodiversità, la corretta gestione del territorio unitamente alla sua programmazione in raccordo con la legge sui parchi, le indicazioni della scienza per tempi e specie cacciabili, il prelievo venatorio sostenibile, il rispetto delle direttive comunitarie. Su questo terreno si potrà discutere ed approfondire. Intanto la destra getti nel cestino la proposta Amidei».