Eppur si muove.
Capita che il Sindaco risponda e ciò, oltre che farci piacere, fa sicuramente bene alla nostra comunità. Lungi da noi offrire alcuna lezione ma, con tutto il rispetto, la supponenza sta nel credere che una minoranza consiliare non intervenga quando c'è un'interruzione di servizio pubblico.
Inoltre, siamo stati sollecitati da molti concittadini a intervenire. Non immaginate quanti, in questi ultimi due giorni.
Potevamo fare una telefonata al Sindaco? Forse sì. Ma anche lei e la sua maggioranza, che sono a conoscenza della chiusura delle Poste già da metà novembre, avrebbero potuto condividere il problema, così come il vano tentativo di ottenere l'ufficio mobile. Magari durante uno dei Consigli Comunali svolti successivamente alla «video call» tra il Sindaco e i dirigenti aziendali di Poste Italiane i quali avvertirono della chiusura. Avremmo gradito saperlo non attraverso una nota infelice i primi dell'anno.
Non abbiamo la sfera di cristallo. Le presunte motivazioni riguardo le decisioni di Poste e tutti gli ultimi dettagli perché non sono stati inseriti nel primo comunicato? Dove per di più non si ravvisano grandi scuse per il lungo disservizio.
Quindi, da quello che ci raccontano, ci sono zone più disagiate della nostra isola e che hanno titolo più di noi per ottenere un ufficio postale mobile. A noi non spetta, ce lo dice chi decide.
Crediamo che il sindaco non abbia dato il meglio di sé nel confronto con Poste Italiane, e non abbia fatto valere tutti i nostri diritti riconosciuti e riconoscibili.
Resta il principio che nel confronto con gli altri apparati della funzione pubblica e con gli uffici che erogano servizi di pubblica utilità serve maggiore autorevolezza. Altrimenti si rischia di far decidere agli altri sui nostri interessi.
Sarà nostra cura leggere la richiesta scritta citata dall'Amministrazione. Perché un conto è chiederlo, un servizio, un conto è pretenderlo
Gruppo Consiliare "Per Marciana Marina"