Scrivo questo post per chiarire un aspetto della vita amministrativa quotidiana che ci coinvolge indistintamente tutti e che purtroppo, senza adeguata informazione, fa gridare allo scandalo finendo per diventare poi oggetto di bassa e volgare speculazione politica e di discredito.
Mi riferisco alla chiusura dell'edicola e, più in genere, all'annoso problema della chiusura dei negozi a sede fissa e dei pubblici esercizi (bar e ristoranti) del nostro comune.
Veniamo sinteticamente ai fatti: la Legge n. 114 del 31 marzo 1998 (meglio conosciuta come Legge Bersani, all'epoca Ministro dell'Industria Commercio e Artigianato nel governo Prodi) ha liberalizzato il mondo del Commercio e tutto ciò che lo riguarda, orari, aperture e chiusure comprese.
La Regione Toscana si è adeguata a quella discutibile legge ed oggi, non esistendo più la Commissione di Commercio per aprire una nuova attività commerciale, non si richiede niente all'Amministrazione Comunale ma solamente si COMUNICA, per qualsiasi tipologia e in qualsiasi fondo si voglia esercitare.
L'amministrazione comunale subisce e non può opporsi in nessun modo.
Bastano i requisiti morali, ma eventuali prestanomi possono risolvere l'eventuale problema.
Bello vero?
Le nostre uniche competenze sono di essere oggetto delle critiche e degli insulti della cittadinanza senza avere nessuna responsabilità.
Per fare un esempio chiarificatore: niente vietava (con le norme nazionali e regionali vigenti) che nella nostra Piazza al posto del bellissimo negozio dell'Acqua dell'Elba ci fosse ubicato un negozio di pompe funebri con casse da morto e corone esposte nelle vetrine al posto dei profumi, delle essenze e dei colori che ci sono ora. E l'amministrazione comunale non avrebbe potuto dire niente.
Bella promozione turistica!!
E se nella nostra Piazza, oggi, campeggia l'Acqua dell'Elba può essere che un intervento di qualcuno, magari silenzioso (come sempre), ci sia stato.
Per quanto guarda le chiusure delle attività commerciali e i soliti discorsi e lamentele (anche da noi condivisi) che ogni anno si ripresentano con immancabile puntualità, vi riporto letteralmente (ma leggetelo bene) l'articolo 86 della legge regionale Toscana numero 62 del 23 novembre 2018 che regola il commercio nella nostra regione:
«Art. 86 Sospensione volontaria dell'attività di commercio in sede fissa, di vendita della stampa quotidiana e periodica e di somministrazione di alimenti e bevande.
In vigore dal 13 dicembre 2018
1. L'attività di commercio in sede fissa, di vendita della stampa quotidiana e periodica e di somministrazione di alimenti e bevande può essere sospesa per un periodo massimo di dodici mesi consecutivi.
2. Qualora l'attività di cui al comma 1 sia esercitata in forma di impresa individuale, il termine di cui al comma 1 non si applica nei casi di sospensione per:
a) malattia certificata comunicata al SUAP entro dieci giorni dall'inizio del periodo di sospensione;
b) gravidanza e puerperio certificati comunicati al SUAP entro dieci giorni dall'inizio del periodo di sospensione;
c) assistenza a figli minori con handicap gravi come previsto dall'articolo 33 della L. 104/1992 e dall'articolo 42 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53 ), comunicata al SUAP entro dieci giorni dall'inizio del periodo di sospensione.
3. Nell'ipotesi di cui al comma 2, lettera b), l'attività può essere sospesa per un periodo massimo cumulativo di quindici mesi.
4. Le disposizioni di cui al comma 2 si applicano anche alle società di persone qualora le cause di sospensione riguardino tutti i soci».
Credo che non ci sia da aggiungere altro.
Ed allora, se questa amministrazione comunale sta impegnandosi per riuscire a far stare chiuse, sebbene fra mille furberie e sotterfugi, le attività commerciali solamente per 90 giorni rispetto a quanto potrebbero, è un nostro merito, un nostro piccolo successo che ci porta via energie mentali e
fisiche, lettere, telefonate e e-mail, utilizzando l'unica arma di cui disponiamo: il suolo pubblico sia permanente che temporaneo.
Purtroppo non ci sono alternative e, sia chiaro, lo facciamo per la collettività, per non far morire questo paese.
Ma il senso di responsabilità, di altruismo, i buoni propositi più volte manifestati dagli esercenti delle attività commerciali, la sbandierata volontà di una turnazione concordata, il loro ventilato amore per il territorio dove sono finiti? Si sono rivelate tutte parole vuote, miseramente naufragate nel cassetto, o meglio, nella Cassa.
Ed allora, ci fosse stato uno, un cane che avesse detto «bravi» o ci avesse incoraggiato; fango, solamente fango gratuito e fuori luogo, dettato dall'ignoranza (non conoscenza) dei fatti e delle leggi e dal gusto dell’acredine e del discredito.
E da tutte queste considerazioni e dal lavoro che proviamo a mettere in atto, cosa ci resta?
Solamente amarezza e delusione per tutti i motivi sopra esposti ma non siamo disposti ad arrenderci. Statene tranquilli.
Infine ricordo che, in un sistema democratico, tutti hanno la facoltà di critica ed il diritto di esporre il proprio pensiero ma dovrebbero almeno sentire l'obbligo morale ed avere il buon senso e l'intelligenza di informarsi preventivamente.
Il Sindaco
DR. Maurizio Papi