Globalizzazione deriva da “globo”, cioè “mondo”. Indica la forte connessione tra le aree del mondo dal punto di vista economico, culturale, politico, sociale e dei consumi. Come esempio lo smartphone: la tecnologia è occidentale, le materie prime vengono dall’Africa, viene prodotto in Cina e viene venduto in Europa.
La globalizzazione è morta e il populismo si prepara al potere? Il 2024 in Europa, negli Stati Uniti, in Asia e in Sud America è l’anno delle elezioni e pare stia dando una possibilità di potere ai partiti di estrema destra, populisti, nazionalisti e anti-globalisti. La sconfitta di Donald Trump nel 2020 ha fatto sperare tra centristi e liberali che forse l’ondata isolazionista già annunciata dal voto della Gran Bretagna con la Brexit e dell’uscita dall’Unione Europea si fosse placata definitivamente. Al contrario, il movimento è resiliente. Trump ha buone possibilità di vincere un secondo mandato. Alcuni populisti sono già al potere, come il nuovo Presidente argentino Javier Milei o il Primo ministro nazionalista indiano Narendra Modi, che sembra pronto per la rielezione. In Olanda l’ultra nazionalista Geert Wilders ha vinto le elezioni, mentre i partiti di estrema destra stanno prendendo forza in Francia e in Germania. A destra cresce la fiducia che il punto di svolta sia imminente.
Alcuni analisti e guru politici stanno affermando che le crisi convergenti vedrebbero gli elettori di tutto il mondo con lo sguardo rivolto verso i leader populisti e ultra nazionalisti. Tanto forse anche all’enorme debito pubblico, all’invasione di massa in Europa e Stati Uniti di migranti privi di documenti e alla minaccia delle autocrazie russa e cinese. Hanno predetto che le crisi convergeranno tutte qui nei prossimi due anni e i governi cadranno a causa di ciò ed è per questo che il movimento nazionalista, il movimento populista sarà la possibile soluzione. Se vi è un’ideologia dietro a ciò è che lo Stato nazionale è l’elemento portante del sistema globale piuttosto che le istituzioni ovvero le alleanze internazionali e multinazionali che hanno prevalso dalla fine della Seconda guerra mondiale.
L’attuale volatilità globale, con le guerre in Europa e Medio Oriente, rischia di giocare a favore delle affermazioni dei nazionalisti populisti secondo cui la leadership del sistema politico, economico e sociale dei leader globalisti è un disastro. I leader di estrema destra in Europa e negli Stati Uniti, in particolare, stanno approfittando di un gran numero di migranti che arrivano ai confini per avvertire che le culture nazionali tradizionali sono minacciate.
Il Presidente Biden ha avvertito che nove leader mondiali gli hanno detto che deve semplicemente vincere le prossime elezioni, tanto sono preoccupati del caos globale di una destra nazionalista e populista che si sta preparando al potere.
Tuttavia, pare di intraprendere un cammino verso uno scenario geopolitico globale in cui le nazioni grandi e potenti potranno fare sentire il loro peso e dominare quelli più piccoli e in cui leader forti si riuniscono per spartirsi il bottino globale. Con una visione distopica, questo il luogo dove il globalismo va a morire e il populismo si prepara al potere.
Enzo Sossi