E’ bene ricordarlo, come ha fatto Salvatore Calleri della “Fondazione Caponnetto” che in questo giorno in cui in Italia si ricordano le vittime della mafia con diversi appuntamenti specifici meno che a Pianosa dove nel 2006 con una grande cerimonia, furono intitolate tutte la strade e le piazze dell’antico borgo a chi aveva perso la vita opponendosi alla malavita organizza. A Pianosa nel suo carcere duro 41 bis sono stati rinchiusi i boss comandanti proprio delle varie mafie presenti in Italia. Quest’isola ha scritto una pagina importante di storia Italiana sulla lotta alle mafie e questo deve far riflettere e dovrebbe farci capire l’importanza di istituire una ricorrenza annuale di grande valore storico e di legalità. Il 21 marzo di ogni anno dovrebbe vederci a Pianosa con i Sindaci Elbani, organi politici, sindacati, associazioni sociali e scuole perché gli studenti e le future generazioni hanno bisogno di sapere e capire quali danni e tragedie ha creato e che crea tuttora la mafia.
Il compianto Sindaco Antonio Galli di Campo nell’Elba di cui Pianosa fa parte, decise di intitolare, per senso civico e grande rispetto per la legalità, strade e spiazzi a nomi tristemente noti come Falcone e Borsellino, Peppino Impastato, generale Dalla Chiesa, Pier Sante Mattarella, De Mauro e Basile. In questa “Cittadella della legalità” come è stata chiamata Pianosa dalla Fondazione Caponnetto, fu rinchiuso anche il Presidente Sandro Pertini detenuto politico antifascista dal 1931 al 1935,
E’ vero, sono tempi lontani ma Pianosa è sempre lì a ricordarci col suo silenzio le stragi della mafia. I boss mafiosi di allora non ci sono quasi più ma la mafia però non è scomparsa anzi, vive ancora sana e vegeta quindi ricordare il 21 marzo a Pianosa e all’Elba deve essere una scelta di democrazia, di ricordo, di libertà e di pace.
Francesco Semeraro