Cominciano ad essere troppe, per i miei gusti, le cose che non capisco.
Tutto un partito, il PDL, che fa quadrato attorno al suo "leader", Berlusconi, avvinghiandosi all'alibi della "non retroattività della pena". Per carità, giuridicamente potrebbe anche avere un fondamento, ma resta il fatto che Berlusconi è un condannato, in via definitiva, per il reato penale di evasione fiscale (per ora..., ma non è colpa di nessuno se ha commessi tanti, di ancora presunti reati!).
Ho già espresso, al proposito, da semplice cittadino, la mia repulsione all'idea che in Parlamento possa sedere, a rappresentare cittadini, un condannato per reati penali, indipendentemente dal suo nome e dal suo curriculum. Ma, quello che proprio non capisco è come Berlusconi, il condannato in questione, possa essere riconosciuto "leader" rappresentativo da un intero partito (che, per di più voglia fare, almeno a parole, della fiscalità una battaglia di bandiera! Mah....
Esiste, poi, un partito che non riesce più a parlare con la gente e per la gente, anzi, tranne che nei talk show, sembra proprio ignorarne problemi: manca proprio il "contatto" con le persone, il rispetto del principio basilare della rappresentatività vissuta.
Sempre così ? Ovviamente, no. E', infatti, sufficiente che vengano semplicemente pronunciate parole quali "primarie", "elezioni", “congresso”, "rinnovo cariche di partito", "nomine in Aziende", "ricollocazioni", "leadership", che, miracolosamente tutti sembrino ringalluzziti da una sorta di particolare viagra.
E, così, vengono ricordati e riattivati numeri di telefono (cui non si era mai risposto in precedenza...), riorganizzate frettolosamente riunioni di circolo, fioriscono programmi tenuti nascosti per anni al riparo della luce e dei cervelli, si propongono soluzioni eternamente innovative e magari ci si ricorda di interi territori considerati fino ad allora periferici e politicamente residuali (allusione all'Elba, nel caso specifico ?). Per non parlare della improvvisa prolificità di comitatini, circoletti e correntine, di esternazioni mediatiche e di quanto altro possa evidentemente riscuotere il “massimo” interesse delle persone ancora ciecamente e stupidamente, fino a quel momento, distratte dai poveri problemi della vita quotidiana. Mah ....
Sembra proprio l'immagine di un partito ripiegato su se stesso, sulle proprie segreterie e sulle proprie macchine (troppo spesso inceppate) del consenso interno ed esterno, tutto teso a personalizzate applicazioni del "manuale Cencelli", alla faccia della meritocrazia, oltre tutto.
Ah, dimenticavo : mi riferivo, questa volta, all’attuale PD.
Paolo Di Pirro