Tre consiglieri comunali abbandonano l’aula in segno di protesta? E il sindaco Corsini, già innervosito, perde le staffe e scrive: “La minoranza si sottrae al voto stracciandosi le vesti per non essere messa nella condizione di tempestivamente conoscere le delibere da votare”.
Sindaco, hai detto una cosa vera, non c’è stato infatti, nessun incontro preventivo né con i tecnici né con l’assessore al ramo né nella commissione urbanistica consiliare che tutti i comuni hanno, tranne quello di Rio.
Poi il Corsini aggiunge: “È un chiaro pretesto che denota la scarsa volontà di assumere le responsabilità del proprio ruolo”. Lui si accorge che c’è la minoranza consiliare solo quando gli deve fare da paravento, perché da quando è sindaco ne ha sempre ignorata ogni proposta.
Addirittura ha condito i consiglieri di minoranza con epiteti irriguardosi, tipo: “Casini ha letto il solito pistolotto”, giudizi inadeguati da parte di un primo cittadino.
Il Corsini infine dice: “Venerdì scorso (tre giorni prima del consiglio, ndr) era stata indetta una riunione per approfondire insieme i temi in vista della discussione odierna, ma la minoranza pur invitata si è rifiutata di partecipare”.
Il sindaco sa che quella riunione è stata convocata in modo irrituale alle 14.00 e indetta non dalla presidente del consiglio comunale come dovrebbe essere, bensì dal capogruppo di maggioranza che ha scritto ai consiglieri di minoranza di aggiungersi alla loro riunione.
Ricordiamo a Corsini che ogni consigliere, ogni assessore, ogni sindaco ha l’obbligo di svolgere il proprio ruolo dignitosamente, senza pretendere né che siano gli altri a fare da paravento, né a togliere le castagne dal fuoco e né a mettersi sotto l'ala protettiva del gran timoniere.