Fino a qualche mese fa ero estraneo alle dinamiche della Pubblica Amministrazione, ma ora – ve lo assicuro – sto imparando, e anche piuttosto in fretta. Sono trascorsi esattamente due mesi dal nostro ingresso a Palazzo della Biscotteria, e mi sto velocemente rendendo conto quanto il nostro lavoro di amministratori pubblici sia fortemente condizionato dai meccanismi burocratici che troppo spesso ritardano e rendono di difficile attuazione le nostre idee e il nostro programma amministrativo.
Sia chiaro: nessuno pretende una esecuzione alla lettera di ordini di servizio da parte dei funzionari preposti alla regolare esecuzione degli atti amministrativi, che devono legittimamente e nei tempi richiesti esprimere il proprio parere di conformità, positivo o negativo che sia, e fare in modo che si rispettino i crono programmi richiesti da chi amministra la città in esecuzione del mandato degli elettori.
La mia amministrazione comunale sta semplicemente mettendo a punto quella che molti chiamano più o meno correttamente la “macchina amministrativa” del comune, creando i presupposti per potersi avvalere di funzionari di fiducia, che ritiene capaci professionalmente ma soprattutto adatti – a livello caratteriale e di affinità intellettuale e territoriale - alle dinamiche delle proprie legittime scelte amministrative.
In parole povere, stiamo cercando di creare le condizioni più adatte per governare senza risentire degli inevitabili strascichi e condizionamenti di chi era abituato ai tempi e ai modi di operare della passata amministrazione comunale. E tutto questo avviene attraverso una discussione interna, un continuo confronto fra i componenti della Giunta e del Consiglio Comunale.
Il caso della delibera con la quale provvedevamo alla declassificazione della sede di segreteria comunale è l’esempio di quello che avviene quotidianamente nel nostro lavoro.
In questo caso, l’anomalia che è stata evidenziata negli articoli pubblicati dalla stampa non sta certo nella discussione interna alla Giunta, che è la normalità della politica amministrativa. E’ anomalo invece mettere in piazza attraverso l’albo pretorio, esponendo ad interpretazioni – per quanto fantasiose – di tipo politico il legittimo dibattito interno, svoltosi in una seduta non certo “infuocata” e che non ha affatto visto le “scintille” di cui si è parlato. Oltretutto, nella verbalizzazione quasi scolastica della segretaria comunale, non appaiono mie dichiarazioni e interventi che invece ci sono stati, quasi a voler ridurre la discussione e il dialogo a due sole persone.
Come - invece - correttamente riportato nelle cronache (che comunque non credo possano appassionare più di tanto i lettori) un nostro assessore ha sì abbandonato ad un certo punto la seduta, ma per un motivo che esulava da quello di cui si stava discutendo. Quindi è evidente che si vuole creare una contrapposizione fra persone ed evidenziare una spaccatura che in realtà non esiste, ma che è una semplice forma di discussione interna alla Giunta Comunale. Non è la prima, non sarà l’ultima, come per noi così per ogni altra amministrazione che deve democraticamente discutere sugli argomenti all’ordine del giorno della propria agenda amministrativa.
Per quanto ci riguarda, come già detto, faremo in modo di evitare il ripetersi di certe anomalie: le discussioni politiche degne di nota non sono quelle interne alla Giunta Comunale, ma spettano al Consiglio Comunale. E’ in quella sede che arriveranno presto in discussione argomenti degni – questi sì – della dovuta attenzione mediatica, per la soddisfazione dei “fan” della passata amministrazione comunale, che con così tanta passione hanno seguito sui social media una vicenda creata ad arte per metterci in cattiva luce.
Tiziano Nocentini - Sindaco di Portoferraio