Dal profilo Facebook di Simone De Rosas, segretario del PD Val di Cornia e Isola d’Elba
Ho letto e ascoltato molte cose negli ultimi 20 giorni, da quando cioè c’è stato il taglio “invernale” del numero delle corse.
Io la penso così.
Intanto credo che banalizzare un problema e affibbiare colpe non sia mai una buona strada per chi fa politica e per chi, pro tempore, occupa le istituzioni.
Chi viene pagato o chi per scelta milita in un partito deve provare a trovare soluzioni, non sproloquiare per prendere un applauso o un like.
Certe cose può tranquillamente dirle chiunque la mattina davanti a un caffè, magari giustamente arrabbiato per aver non aver trovato posto sulla nave.
A mio avviso i problemi sono 3.
1. La dismissione dei finanziamenti per le flotte pubbliche di navigazione operata dai governi Berlusconi nella prima decade degli anni 2000. L’inizio della privatizzazione di un servizio indispensabile, soprattutto per chi vive all’Elba. Più di qualsiasi altra isola italiana.
1 bis. La conseguente dismissione delle navi toremar da parte della Regione Toscana. Intendiamoci, forse nemmeno tanto la cessione dell’azienda che, appunto, non aveva più finanziamenti statali, quanto la vendita delle navi che oggi relega il pubblico a un ruolo marginale. Anche nelle trattative con gli armatori.
2. Il ritardo con cui l’assessorato ai trasporti della Regione Toscana ha messo mano al bando per la continuità territoriale marittima. È grave che un servizio che è affidato per 10 anni ne abbia 3 di proroga.
3. Il più complesso. L’Elba sta vivendo un pericoloso arretramento economico, frutto della stagionalità di presenze estive sempre più ridotta. Il lavoro, per la maggior parte delle persone, si è ridotto a 3/4 mesi. Finiti quelli ci si arrabatta come si può con qualche lavoretto invernale per sbarcare il lunario.
Questo, nella soddisfazione di molti (qualcuno senza pudore che ho letto in questi giorni) che aprono la propria attività il 15 maggio e la chiudono il 15 settembre. Il pieno e via.
Ecco, questo sistema economico è incompatibile con la residenzialità e coi servizi che abbiamo sempre avuto all’Elba. Oggi si parla di trasporti marittimi, sempre di più di sanità con professionisti che rifiutano di venire a lavorare all’Elba nonostante incentivi economici e di carriera unici in Toscana e forse in Italia, ma sarà sempre di più così con tutto il complesso dei servizi pubblici. Nascite che mancano, scuole che chiudono, sportelli di banche e poste che arretrano e via dicendo. Quello che era facile tutto sommato come vivere in una cittadina del “continente”, diventerà difficile.
Ho detto che è la parte più complessa perché per invertire questa tendenza non basta protestare, occorre il contributo di tutti. Istituzioni, imprese, cittadine e cittadini.
Se così non sarà, io temo che saremo solo lì a tappare qualche buco qui e là senza risolvere nulla. Oggi sui trasporti marittimi, domani chissà.
A proposito di buchi, per chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui, che si può fare:
Io penso che la Regione Toscana, che sta affidando un anno di proroga, debba mettere un po’ di soldi e magari pensare anche di noleggiare una nave per ripristinare (fino a Pasqua e da novembre in poi) le navi “strategiche”.
È semplicemente vergognoso che si possa partire dall’Elba alle 5 o alle 8 e tornare alle 19 o alle 22.20. Non è degno di un Paese civile, al netto dell’uso che ciascuno di noi fa delle navi.
E prendere spunto da questi problemi per un bando che non esponga più a questo tipo di criticità, penso ai contributi per le società sportive che incredibilmente erano a carico di un privato e non del pubblico da sempre.
Fino a oggi non si è fatto nulla? No.
A chi si è accorto (non parlo dei cittadini) del problema delle navi quando ha visto la locandina in biglietteria e che ora ne parla come fosse un capitano di lungo corso, vorrei dire che abbiamo passato mesi e mesi a discutere coi marittimi e con la Regione per evitare gli OSP. Cioè l’idea che della linea ricca tra Portoferraio e Piombino se ne occupino i privati, in accordo tra loro, senza finanziamento pubblico. Anche per solidarietà coi nostri cugini dell’arcipelago che hanno a che fare con le linee deboli - Rio e Cavo, Capraia, Giglio, Gorgona.
Lo abbiamo fatto perché la logica di mercato funzionerà benissimo dal 15 maggio al 15 settembre (vorrei vedere i prezzi, anche per quel periodo!!) e potrebbe essere drammatica da ottobre a maggio.
Occhio perché non è del tutto scongiurata. È la linea dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ministero di Salvini) che ha esplicitato l’assessore Baccelli solo qualche giorno fa in consiglio regionale.
Simone De Rosas