L’Isola d’Elba, con la sua storia, con le sue bellezze naturali e patrimonio culturale, è una delle mete più apprezzate del Tirreno.
Tuttavia, dietro il fascino turistico si nasconde una realtà difficile per chi vive sull’isola tutto l’anno. Muoversi tra l’isola e la terraferma rappresenta una sfida costante, sopratutto nel periodo invernale.
I continui tagli alle corse dei traghetti con la terraferma rappresentano un disagio crescente per i residenti, che rischiano di trovarsi isolati e privati di servizi essenziali.
I collegamenti sono sempre più difficili e rendono difficoltoso recarsi al lavoro, accedere a cure mediche o semplicemente svolgere attività quotidiane.
In inverno, le condizioni meteorologiche avverse peggiorano ulteriormente la situazione, isolando completamente la comunità per giorni interi.
Questi tagli non solo complicano la vita quotidiana dei residenti, ma incidono pesantemente sull’economia locale, che già soffre della stagionalità del turismo. Il rischio è quello di trasformare l’isola in una realtà sempre più isolata e penalizzata, dove vivere e lavorare diventa una sfida costante.
L’accesso alla sanità è uno dei settori più colpiti. Con meno corse disponibili, i tempi di viaggio verso gli ospedali della terraferma si allungano, rendendo più difficile gestire semplici visite di controllo.
Lo stesso vale nel settore scolastico: studenti e insegnanti che devono spostarsi rischiano di vedere compromesso il diritto all’istruzione.
Anche l’approvvigionamento di beni di prima necessità può subire ritardi, causando un aumento dei prezzi e carenze di prodotti.
L'Elba non è solo una meta estiva : è una comunità che vive, resiste e chiede di essere ascoltata. Il turismo, linfa vitale per l’Elba, potrebbe risentire gravemente di questi tagli. La prospettiva di allungare la stagione tutistica rischia sempre di più non essere fattibile.Meno corse significano meno visitatori, soprattutto fuori stagione, e un ulteriore indebolimento
dell’economia locale. Le attività commerciali e artigianali rischiano di subire un calo delle vendite, con conseguente perdita di posti di lavoro.
Dal punto di vista sociale, la riduzione dei collegamenti accentua il senso di isolamento degli abitanti, che si sentono cittadini non al pari di quelli della terraferma. La mancanza di prospettive rischia di incentivare l’emigrazione dei giovani, lasciando l’isola spopolata e priva di risorse umane per il futuro.
Cosa fare? L'unica prospettiva concreta, che dalle notizie odierne pare sia stata intrapresa dalla Regione sarebbe quella di stipulare il nuovo contratto di proroga con Toremar con la possibilità di sopperire almeno alla soppressione delle corse fondamentali non più operate dai privati.
E noi siamo fiduciosi e spingiamo affinché l'isolamento sia solo un fattore geografico.
Monica Braschi, presidente Partito Democratico Val di Cornia Elba