Riceviamo e pubblichiamo
‘Tutto questo per sottolineare che le lezioni di democrazia vanno lasciate dispensare a qualcun altro, considerato che qualche tempo fa lo stesso sindaco si ostinò a perseguire un progetto, talmente inviso alla sua popolazione da perderci la riconferma del mandato.’
Tralascio volentieri le ciance della sindaca e della sua sgangherata squadra, ma sulla chiusura del comunicato, anche volendo, non si può sorvolare: la ratio della sindaca è questa: siccome ho perso democraticamente le elezioni, non posso dispensare nozioni di democrazia. Sono loro che rilasciano le patenti di democrazia, e loro mi hanno bocciato. Ma chi scrive i loro comunicati? Chi li pensa? Chi consiglia la strategia di comunicazione?
Però, dopo aver letto il fiume di sproloqui di oggi non so se la confusione regni più sovrana nella mente della Allori o fuori, nell’ambiente avvelenato dove esercita il suo mandato, che la sindaca confonde col comando.
Rimando invece al mittente l’accusa di antidemocraticità: il mio approccio democratico sta proprio nel non aver mai voluto tradire la fiducia e la parola data ai miei concittadini, attenendomi al programma elettorale della mia lista senza tentennamenti e manifeste giravolte. Può la Allori dire altrettanto? A differenza delle sue chiusure, a me piace confrontarmi sui temi e perfino ricevere le critiche; a volte le cerco, fanno parte del mio carattere e non fuggo certo davanti al pensiero ostile.
E dovrebbe pure ricordarsi che non ho mai fuggito il pensiero dei miei avversari politici, e non ho marginalizzato nessuno a parte individui manifestamente ottusi o economicamente fin troppo interessati.
In un periodo come questo, dove l’amministrazione ha perso pezzi fondamentali in termini di voti della sua maggioranza (e che con l’uscita di Tagliaferro, numericamente non lo è più), dove si è riusciti a far incazzare un paese intero dando torto ai genitori che hanno ragione da vendere, dove si è rischiato di chiudere un ramo strutturale della nostra scuola, dove si progettano improbabili opere pubbliche dissipando risorse milionarie, dove si gettano al vento denari per stagioni turistiche da pianto, dove non si tutela più l’interesse pubblico ma lo si calpesta bellamente incolpando gli altri degli errori propri, dopo tutto questo la sindaca fa spallucce e giudica ora l’uno ora gli altri.
Considerato che è quasi alla fine del suo mandato, sarebbe bello che ci dicesse un motivo, e solo uno, per il quale dovremmo provare tenerezza (politica).
I loro fatti parlano più delle loro parole. E il Paese chiede loro di andare a casa! Democraticamente, sì intende.
Andrea Ciumei