"Ho presentato una Interrogazione Orale Urgente affinchè si faccia chiarezza e si attivino tutte quelle procedure definite dalla norme internazionali sulla sicurezza nucleare al processo di dismissione del reattore nucleare della Marina Militare, situato in S. Piero in Grado" - dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia Libertà.
"La questione non è chiara e sta suscitando molte perplessità e preoccupazione fra i cittadini dell'area coinvolta. Dal 1961, in località S. Piero a Grado (PI), esiste un reattore nucleare sperimentale della Marina Militare (CISAM), reattore in fase di dismissione; uno degli stadi di dismissione prevede lo smaltimento delle acque un tempo destinate alla piscina di raffreddamento e nelle prossime settimane, 750.000 litri diacque radioattive (sulla cui decontaminazione e sicurezza non ci sono certezze) saranno versate nel canale dei Navicelli e poi defluiranno finendo in mare, depositandosi nei sedimenti ed entrando nella catena alimentare. La questione non è chiara perché emerge un anomalo quadro di sorveglianza e controllo sull’intera operazione, in quanto decreti ad-hoc avrebbero permesso procedure in assoluto contrasto con le norme internazionali (legislative e tecniche) sulla sicurezza nucleare ed in particolare sulla assenza di un ente terzo di controllo le cui funzioni invece sono ricondotte tutte all’interno del ministero della Difesa, con facoltà di tipo autorizzativo a corpi, quali i Comandi dei Carabinieri e i Comandi logistici, che per evidente impreparazione in materia si avvalgono della consulenza del CISAM stesso, ovvero di chi dovrebbe essere autorizzato e controllato".
"Anche il ruolo di Enea (indicato nei comunicati CISAM come in qualche modo “garante”) è di fatto ridimensionato al ruolo di mero laboratorio di analisi, mentre la predisposizione della “formula di scarico”, che dovrebbe essere responsabilità dell’ente appaltante (cioè del CISAM) viene elaborata dalla ditta esecutrice dei lavori; è stata inoltre rilevata anche la criticità sulla tecnica di trattamento dell’acqua radioattiva indicata dal CISAM (evaporazione sottovuoto), che potrebbe risultare non adeguata al fine di eliminare i componenti radioattivi più leggeri (come il Trizio), tanto è vero che in precedenza lo stesso CISAM aveva ipotizzato di impiegare allo scopo resine a scambio ionico".
"Pur non volendo aprioristicamente mettere in dubbio l’onestà dei singoli responsabili militari, ma essendo cessate da oltre 30 anni le attività attinenti alla Difesa Nazionale, il decommissioning del reattore costituisce a tutti gli effetti una attività di natura industriale-civile con possibili quanto rilevanti ricadute sulla salute della popolazione e sull’ambiente, come testimonia il fatto stesso di voler sversare le acque provenienti dalla piscina del reattore al di fuori del sito militare del CISAM. In questo caso l’attività di trattamento dei rifiuti radioattivi sarebbe sottoposta alle prescrizioni autorizzative della legislazione civile e alle relative Direttive in materia di Valutazione di Impatto ambientale (VIA) ove applicabili: ma così non sta accadendo, proprio a partire dallo sversamento delle acque il cui impatto sull’ambiente andrebbe valutato anche in base a matrici ambientali da stabilire preventivamente e quindi con la possibilità di esprimere osservazioni di carattere tecnico e di opportunità da parte di tutti e tutte" conclude Romanelli.
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Firenze, 08/11/2013
Al Presidente del
Consiglio regionale della Toscana
Oggetto: Interrogazione orale urgente.”Dismissione del reattore nucleare sperimentale della Marina Militare situato in S.Piero in Grado (PI)”
Il sottoscritto Consigliere Regionale
Ricordato che:
* dal 1961, in località S. Piero a Grado (PI), esiste un reattore nucleare sperimentale della Marina Militare (CISAM), reattore in fase di dismissione;
* uno degli stadi di dismissione prevede lo smaltimento delle acque un tempo destinate alla piscina di raffreddamento e che nelle prossime settimane, 750.000 litri diacque radioattive (sulla cui decontaminazione e sicurezza non ci sono certezze) saranno versate nel canale deiNavicellie poi defluiranno finendo in mare, depositandosi nei sedimenti ed entrando nella catena alimentare.
Considerato che:
* la complessità dell’intero smantellamento che passa per lo smaltimento delle acque della piscina di raffreddamento, nella prospettiva, dovrà vedere la messa in sicurezza di più materiali e attrezzature contaminate che ad ora possono risultare in uno stato di conservazione non proprio rassicurante;
* emerge un anomalo quadro di sorveglianza e controllo sull’intera operazione, in quanto decreti ad-hoc avrebbero permesso procedure in assoluto contrasto con le norme internazionali (legislative e tecniche) sulla sicurezza nucleare ed in particolare sulla assenza di un ente terzo di controllo le cui funzioni invece sono ricondotte tutte all’interno del ministero della Difesa, con facoltà di tipo autorizzativo a corpi, quali i Comandi dei Carabinieri e i Comandi logistici, che per evidente impreparazione in materia si avvalgono della consulenza del CISAM stesso, ovvero di chi dovrebbe essere autorizzato e controllato;
* anche il ruolo di Enea (indicato nei comunicati CISAM come in qualche modo “garante”) è di fatto ridimensionato al ruolo di mero laboratorio di analisi, mentre la predisposizione della “formula di scarico”, che dovrebbe essere responsabilità dell’ente appaltante (cioè del CISAM) viene elaborata dalla ditta esecutrice dei lavori;
* è stata rilevata anche la criticità sulla tecnica di trattamento dell’acqua radioattiva indicata dal CISAM (evaporazione sottovuoto), che potrebbe risultare non adeguata al fine di eliminare i componenti radioattivi più leggeri (come il Trizio), tanto è vero che in precedenza lo stesso CISAM aveva ipotizzato di impiegare allo scopo resine a scambio ionico;
* pur non volendo aprioristicamente mettere in dubbio l’onestà dei singoli responsabili militari, ma essendo cessate da oltre 30 anni le attività attinenti alla Difesa Nazionale, il decommissioning del reattore costituisce a tutti gli effetti una attività di natura industriale-civile con possibili quanto rilevanti ricadute sulla salute della popolazione e sull’ambiente, come testimonia il fatto stesso di voler sversare le acque provenienti dalla piscina del reattore al di fuori del sito militare del CISAM. In questo caso l’attività di trattamento dei rifiuti radioattivi sarebbe sottoposta alle prescrizioni autorizzative della legislazione civile e alle relative Direttive in materia di Valutazione di Impatto ambientale (VIA) ove applicabili: ma così non sta accadendo, proprio a partire dallo sversamento delle acque il cui impatto sull’ambiente andrebbe valutato anche in base a matrici ambientali da stabilire preventivamente e quindi con la possibilità di esprimere osservazioni di carattere tecnico e di opportunità da parte di tutti e tutte.
Interroga la Giunta regionale per sapere:
- quali azioni intende intraprendere affinché il processo di dismissione del reattore nucleare venga portato avanti in conformità con le procedure definite dalle norme internazionali (legislative e tecniche) sulla sicurezza nucleare, in modo tale da evitare qualsiasi possibilità di ingenerare danni ingenti e permanenti alla salute dei cittadini e all’ambiente.
Mauro Romanelli