Dal mese di novembre 2024 c'è un filo diretto tra i pendolari che attraversano il mare per venire a lavorare nelle scuole elbane e la Federazione Lavoratori della Conoscenza, FLC-CGIL.
Problemi specifici che si aggiungono ai disagi per i residenti e per altre categorie, all'origine della manifestazione di protesta del dicembre scorso.
Primi incontri, con pendolari e dirigenti scolastici, nei quali sono emerse le criticità per le corse cancellate, in particolare quella in uscita nel tardo pomeriggio (che consentiva un ritorno a casa ad un'ora decente) e poi, con il nuovo anno, anche per i disagi causati dalla abolizione delle tariffe agevolate per chi, lavorando nelle zone interne dell'Isola, ha bisogno di attraversare con la propria auto.
Ne abbiamo parlato con Veronica Virgili, Segretaria Provinciale FLC-CGIL e Luca Tinacci, della stessa segreteria.
Un po' di numeri, per inquadrare il problema. Di quante persone parliamo?
Sono circa 200 i pendolari che lavorano nelle scuole elbane, insegnanti e anche personale ATA, una presenza importante per garantire il funzionamento del servizio pubblico educativo.
Come vi siete mossi con le Istituzioni per rappresentare questi problemi?
Abbiamo subito richiesto incontri a tutti gli attori sulla scena: Assessore regionale ai trasporti Baccelli, Sindaci elbani e di Piombino, Autorità di Sistema Portuale, Prefettura per superare i problemi emersi, dalle corse mancanti all' incomprensibile fatto che l'ulteriore proroga di un anno del contratto del servizio di trasporto marittimo ha eliminato alcune convenzioni di forte valenza sociale, tra cui appunto quella per il passaggio auto del personale scolastico non residente. Una cosa inaccettabile sia perché se di proroga si tratta deve riguardare il contratto scaduto nella sua interezza e anche perché la Regione ha aggiunto ulteriori milioni di soldi pubblici.
Prospettive?
Attendiamo a giorni la convocazione di un incontro fra tutti i protagonisti, nel quale rappresenteremo come CGIL, con forza, la necessità di garantire davvero la continuità territoriale e gli interessi sociali da difendere attraverso il ripristino delle corse strategiche mancanti e di convenzioni che consentano a chi viene a lavorare all'Elba di continuare a poterlo fare. Tutte questioni che, assieme alla necessità di navi meno obsolete, dovranno essere presenti nel nuovo contratto di servizio.