Con l’elezione di Trump negli Stati Uniti, il capitalismo si presenta con il volto più cattivo, tracotante, pericoloso e sbruffone di sempre. La mimica facciale di Trump, la stretta delle labbra sino a farle scomparire, il piglio duro da uomo tutto di un pezzo, senza un minimo di tentennamento, ci riportano, ahinoi, al tempo in cui al potere c’erano gli uomini della Provvidenza (Mussolini – Hitler).
Gli uomini più ricchi del mondo erano lì, in quel parterre infarcito di cattiveria e avidità. La ricchezza di uno solo di quei personaggi basterebbe a sfamare la stragrande maggioranza dei paesi africani. Gli americani conoscono benissimo il valore dei soldi e quello che li genera: business, sempre e comunque business. Infatti il Presidente, da esperto affarista, sfruttando la sua popolarità, appena eletto si è messo immediatamente a batter moneta virtuale e speculativa, la criptovaluta $TRUMP con un balzo del 41.500% dal suo lancio, guadagnando milioni di dollari in pochissime ore. E poi ha cominciato a firmare i più svariati ordini esecutivi, giusto per far capire che la musica è cambiata: fuori dalla OMS; ritiro dagli accordi di Parigi sul clima; ecc.. Gli americani hanno dato tutto il potere ai supermiliardari, pensando forse di racimolare qualche briciola. “Vi arricchirò tutti”, questo è il nuovo vecchio verbo che accalappia i voti e le speranze della classe media americana. Avete mai sentito profferire parola da questi signori sulle condizioni di lavoro di chi asfalta le strade, di chi sale sulle impalcature, di chi lavora nelle cucine, di chi si rompe il culo dalla mattina alla sera per svoltare la giornata e per una assicurazione necessaria per curarsi? A sentire questa nuova (vecchia destra) il problema del mondo sono i migranti, i latinos, quelli senza documenti, anche se da vent’anni vivono e lavorano e vengono sfruttate duramente nel paese più ingiusto del mondo, quegli esseri umani che non chiedono altro che avere una opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita. “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Matteo). Ma non c’è spazio per la compassione.
Oggi sono cominciati le deportazioni dei migranti sprovvisti di documenti, incatenati e portati su un aereo con incerta destinazione. Una volta si diceva che gli States erano il Paese delle opportunità e del talento; temo che abbia intrapreso una direzione che non ci fa stare tranquilli: è diventato un Paese crudele, razzista (si rivedono i Ku-Klux klan e non se ne vergognano). Certo, i predecessori di Trump ce l’hanno messa tutta per consegnare gli Stati Uniti a questi cialtroni, a cominciare dall’indefinibile Biden, incapace di mettere fine alle due guerre disastrose in Ucraina e Palestina. I democratici americani non hanno saputo difendere la democrazia americana fortemente malate e in pericolo. Anzi, hanno allevato e favorito quella masnada plutocratica che oggi gli ha voltato le spalle. Adesso che la cattiveria umana governa il mondo, già la peggiore classe politica italiana si spintona per salire sul carro del pregiudicato Trump. Forse è venuta l’ora che la ragione e il buon senso si facciano sentire e comincino a contrastare duramente questi nuovi padroni del vapore e a far capire che a sinistra forse c’è ancora speranza.
Salvatore Insalaco