L’Amministrazione Comunale di Portoferraio ha effettuato, nella mattinata di lunedì 17 dicembre, un sopralluogo all’impianto di sollevamento di Via Del Buono, a servizio della zona del Carburo. Insieme al sindaco Tiziano Nocentini ed alla sua Giunta Comunale erano presenti l’ingegnere idraulico Fernando Muccetti e il geologo Alessandro Damiani, in qualità di esperti tecnici.
Si è cercato di ricostruire le dinamiche dell’allagamento di giovedì 13 febbraio, con particolare riferimento al funzionamento delle pompe di sollevamento ed alla loro funzionalità a servizio dello svuotamento idrico della zona in caso di nubifragio.
Con riferimento anche a quanto dichiarato dalla ditta incaricata dal comune di Portoferraio, le pompe hanno funzionato con una interruzione nel momento più intenso del nubifragio, dovuta al malfunzionamento di un galleggiante. All’arrivo degli addetti ai lavori ed al loro successivo intervento, il funzionamento è ripreso regolarmente. Il tutto può essere verificato dai tabulati telefonici dei contatti avvenuti fra un funzionario del comune di Portoferraio e la ditta stessa.
Per quanto riguarda la manutenzione dell’impianto, la stessa è da considerarsi regolare, come possono attestare le fatture emesse dalla ditta incaricata e le buone condizioni in cui trova attualmente l’impianto di sollevamento.
Il sindaco Nocentini, inoltre, riferisce che anche il tombino di fronte all’ingresso del parcheggio dello stadio del Carburo (ex “Magie”) è stato regolarmente aperto in sua presenza.
I tecnici del comune di Portoferraio, infine, riferiscono (vedi foto n.1 pubblicata a lato) che il muretto di contenimento fatto costruire nel 2015 in Via della Cementeria per arginare l’acqua accumulata in superficie e proveniente dalla strada a quattro corsie ha ceduto, provocando un ulteriore flusso di acqua che si è riversato in Via del Carburo.
“L’impianto idrovoro in Via del Buono – ricorda nella sua relazione successiva al sopralluogo l’ingegner Muccetti - è stato realizzato con un primo Lotto di lavori negli anni 2012 -2015 ed ha previsto la realizzazione di grossi collettori di raccordo di fognatura interrata e un manufatto (di cui è stata realizzata solo l’opera civile) dimensionato per l’installazione futura di n. 3 elettropompe idrovore a grande portata di circa 1,8 mc/sec cadauna, per un totale di circa 5,4 mc/sec, delle quali non è mai stato redatto progetto esecutivo, nè perfezionata l’installazione. L’impianto idrovoro avrebbe dovuto prevedere poi una grigliatura a pulizia automatica , prima delle pompe, (che essendo di tipo assiale devono avere tale presidio), una cabina di trasformazione per la fornitura dell’energia elettrica in Media Tensione (date le elevate potenze in gioco – stimate in oltre 100 -120 KW a pompa) ed un gruppo elettrogeno adeguato come di norma sempre da prevedere in questi casi, per garantire un minimo di funzionamento anche in caso di black-out elettrico (sempre in agguato in caso di condizioni meteo avverse). Invece di essere stato completato come da progetto, forse per esigenze legate a carenza di risorse finanziarie, dopo il 2015, a manufatto civile ultimato, furono istallate le attuali elettropompe centrifughe (e non assiali come quelle di progetto) di potenza limitata, anche a causa dall’assenza della cabina elettrica in MT. Dai dati assunti dal manutentore e dal quadro elettrico si stima una potenza installata di circa 15 KW/pompa con portate massime di circa 200 lt/sec cadauna . La portata complessiva massima attualmente sollevabile è quindi di circa 0,4 mc/sec contro gli oltre 5,4 mc/sec di progetto. È ovvio che una tale sistemazione, pur risultata funzionante alla data del sopralluogo, non è in grado assolutamente di rispettare il dimensionamento di progetto, che oltretutto essendo avvenuto ante 2013, non ha tenuto conto neanche delle nuove curve di piovosità che la Regione ha poi nel frattempo aggiornato con gli eventi estremi successivi.
Vi è da notare inoltre che, dall’analisi sommaria del progetto, si nota come il bacino considerato per il conferimento delle portate alle idrovore abbraccia un’ampia porzione di territorio a quote molto elevate (oltre 40 m s.l.m. ) le cui acque potrebbero essere convogliate a mare direttamente senza necessità di sollevamento meccanico, che dovrebbe essere riservato alle sole acque cosiddette “basse”, depurate appunto dalle acque cosidette “alte”.
Premesso quindi che gli impianti idrovori non devono essere impiegati per la messa in sicurezza idraulica e non devono sollevare acque che potrebbero essere convogliate autonomamente a mare, ma svolgono una efficace funzione contro i ristagni in aree particolarmente sfavorite, riservandosi ulteriori approfondimenti una volta che sia possibile acquisire tutta la documentazione di progetto, sommariamente esaminata, credo che si renda necessaria una revisione ed un completamento del progetto. La revisione dovrà portare a dimensionare definitivamente tutti gli approntamenti necessari al suo corretto funzionamento, prevedendo la preventiva deviazione delle acque “alte”, il giusto dimensionamento ed installazione del corretto tipo, numero e taglia di pompe, la grigliatura con pulizia automatica, la cabina elettrica MT-BT ed il gruppo elettrogeno, oltre ad un sistema di automazione che consenta una gestione sostenibile della struttura. Dovrà essere inoltre redatto - conclude l’ingegner Muccetti - un capitolato di oneri per l’affidamento della gestione della corretta manutenzione, oltre all’inserimento dell’impianto stesso nel piano di emergenza del comune per la gestione consapevole e pro-attiva del rischio idraulico”.
“Riteniamo che quanto da noi accertato – conclude il sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini – possa essere sufficiente a chiarire la situazione che si è verificata in via del Carburo, al di là della portata dell’evento atmosferico decisamente straordinaria, senza ‘ma’ e senza ‘forse’. Preso atto di quanto accertato dai nostri esperti tecnici, che ringraziamo per il lavoro svolto, siamo già al lavoro per trovare le risorse necessarie a completare l’opera nelle sue parti tecniche mancanti, che ne hanno evidentemente limitato la funzionalità.
La foto pubbicata in calce qui di seguito (n.2) è evidente testimonianza dell’inadeguatezza delle strutture e delle soluzioni previste da chi prima di noi ha amministrato questa situazione, al di là di quanto già attestato nella relazione dell’ing. Muccetti, che si allega insieme alla documentazione fotografica”.
Comune di Portofertraio