A noi non risulta che il comune di Rio, in tutti questi anni (!), abbia fatto predisporre i progetti esecutivi e abbia chiesto i finanziamenti governativi previsti dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, Componente 4 Missione 2).
Il sindaco Corsini ha commentato l’interruzione della Sp26 con queste frasi: “Non vorremmo che si riproducesse la situazione durata oltre dieci anni si tratta di un tratto di strada che è chiaramente in sofferenza idrogeologica (…) Resta purtroppo una considerazione amara da fare (…) che purtroppo questo territorio non ha pace”.
Ci preme, tuttavia, rammentare a Corsini che il sindaco è l’autorità comunale di protezione civile (legge 225/1992), pertanto gli chiediamo se si è premurato d’informare ufficialmente (con lettera protocollata!) il prefetto di Livorno e il presidente della giunta regionale e se ha chiesto al ministero competente il riconoscimento dello stato d'emergenza, atto necessario per ottenere i finanziamenti.
Ricordiamo, inoltre, al Corsini che egli è sindaco dal 2018 (da sette anni!) e seppure la strada sia di competenza della provincia di Livorno, il bacino idrico del Piano è di competenza del comune di Rio. Corsini, fra le carte comunali, ha lo pure studio sulle cause degli sprofondamenti dell’intera vallata, predisposto dai professori delle università di Firenze e Roma.
L’elaborato tecnico indicava gli interventi da fare per mettere in sicurezza il Piano di Rio: “È la necessità di regimare il reticolo idrico superficiale di tutta la vallata del Riale che fa confluire le acque nei fiumi sotterranei, in questo modo si eviterebbero l'accumulo di pressione e l'erosione che porta agli sprofondamenti”.
Noi, come tutti i riesi, non siamo informati e allora non ci rimane che attendere le risposte del sindaco Corsini.
Comitato 2.6