L’Unione Province Italiane (UPI) lancia l’allarme sul grave depauperamento degli organici, che ha portato il totale dei dipendenti delle Province dalle 35 mila unità nel 2014 alle quasi 16 mila attuali. Nell’audizione alla Camera dei deputati sul Decreto-legge “Disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni”, il Presidente di UPI, Pasquale Gandolfi, ha richiamato l’attenzione sugli ulteriori ostacoli che il decreto introduce pr gli enti locali, come il superamento dei limiti ai trattamenti economici accessori solo per dirigenti e dipendenti ministeriali, con 190 milioni di risorse aggiuntive, e che aggrava il divario retributivo, già più che evidente, tra dipendenti della PA centrale e dipendenti della PA locale.
Il problema non è solo salariale ma riguarda anche la mobilità tra enti. L’UPI propone di porre un limite, almeno triennale, alla possibilità dei neoassunti di fare ricorso alla mobilità per evitare il problema di lasciare sguarniti gli uffici ed obbligare gli enti provinciali a nuove e costose procedure concorsuali.
Nella sua audizione il presidente di UPI ha, infine, sottolineato l’urgenza di potenziare le strutture, attraverso assunzioni mirate di almeno 300 funzionari specializzati nella progettazione e realizzazione degli investimenti e nella gestione degli appalti anche a servizio dei Comuni.
Sulle proposte di UPI esprime totale adesione la presidente della Provincia di Livorno, Sandra Scarpellini: “Quando diciamo che devono essere restituite risorse alle Province, non parliamo solo di risorse economiche per le strade o le scuole, ma pure di risorse umane e di un adeguato investimento economico per la formazione di competenze e la permanenza delle medesime nelle Province. Ci auguriamo che il Parlamento colga queste proposte e che intervenga con modifiche mirate ad assicurare anche alle Province e agli enti locali le stesse opportunità che il decreto garantisce alla PA centrale”.