La Conferenza regionale programmatica del Pd prevista per metà gennaio cade sia dal punto di vista politico generale ma anche specifico per le questioni ‘nostre’ ossia toscane, in un momento particolarmente critico ma anche estremamente interessante che non possiamo eludere.
Quanto c’è di più specifico d’altronde incrocia alcuni dei nodi del contesto nazionale rimasti finora molto in ombra se non del tutto assenti nello stesso dibattito congressuale. Mi riferisco -e non è una novità- soprattutto ai temi ambientali di cui però anche quando salgono alla ribalta della scena come dopo gli eventi della Sardegna e della stessa Toscana non emerge con la indispensabile chiarezza l’intreccio con le riforme istituzionali specialmente in riferimento al governo del territorio.
Eppure proprio in Toscana e specie in questo momento siamo alle prese con nuove leggi che riguardano questo nervo scoperto. Mi riferisco naturalmente alla nuova legge sul governo del territorio ma anche a quella imminente sui parchi e le aree protette.
Che competenze e gestione non siano un problema risolto ce l’ha ricordato tanto per fare un esempio a suo modo clamoroso la vicenda dei Consorzi di Bonifica. Che ci sia qualcosa che non gira nel verso giusto mi pare evidente anche a prescindere dallo ‘scandalo’ sconcertante delle truffe elettorali perché mentre non saranno più elette le province si eleggono i consorzi di bonifica.
E mentre nessuno può negare il fallimento a partire dal titolo V che aveva cercato di avviare finalmente un assetto istituzionale in grado di assicurare quella collaborazione istituzionale indispensabile, quello che sembra tornare alla ribalta è l’idea di ‘premiare’ il centralismo statale che quanto a magagne e disastri ha ben poco da insegnare a regioni ed enti locali e pretendere di superare la conflittualità in corso mettendo in riga gli altri.
Eppure dopo le tante chiacchere sul federalismo e nel momento in cui si pensa al superamento del bicameralismo attuale con un senato delle autonomie ogni giorno si leggono frasi come quella della ex deputata Flavia Perina del Fli la quale ritiene che ‘occorre rimettere in discussione il federalismo, la concessione di poteri enormi a classi dirigenti locali incompetenti quando non corrotte’.
Intendiamoci bene anche e livello locale come a quello regionale le responsabilità non mancano di certo e la nuova legge in discussione in Toscana se ne fa carico infatti senza cercare di scaricarle su altri. Tanto è vero incontra anche resistenze che andranno superate.
E’ questo il problema che riguarda ovviamente anche il Pd come giustamente annota Farulli su Greenreport. Ecco perché la Conferenza programmatica regionale del pd in Toscana prevista per metà gennaio- deve costituire l’occasione per dire con la massima chiarezza –più di quanto si è fatto e non solo nella nostra regione- come vogliamo riformare lo stato se vogliamo cambiare politica nel governo del territorio.
Renzo Moschini