Si è tenuta oggi, mercoledi 11 dicembre, presso la Sala della Provincia a Portoferraio, la Conferenza dei Sindaci elbani in argomento di sanità. Quello che si andava ad analizzare oggi erano i risultati ottenuti o meno rispetto all'accordo fatto dai Sindaci, l'azienda sanitaria e la Provincia ormai più di un anno fa.
Al tavolo delle trattative mancava il grande atteso, l'Assessore Regionale alla Sanità Luigi Marroni, che per impegni istituzionali imprevisti non ha potuto essere presente, a rappresentare la regione Andrea Leto e Rossano Mancusi.
Il Direttore generale dell'USL 6 Eugenio Porfido, dopo la prefazione del Sindaco Peria, è entrato subito nel merito della questione sottolineando che molto di quello che era stato concordato è stato ottenuto o si sono comunque ottenuti molti miglioramenti qualitativi nonostante le scarse risorse economiche.
In ordine, aver ottenuto assistenza sulle 24 ore, il reparto di anestesia si è rafforzato ed a breve un altro anestesista prenderà servizio all'ospedale di Portoferraio, l'aver reso efficaci le cure palliative che, in questo caso come dice Porfido, si parla di un impegno etico più che professionale.
C'è molto altro da fare, come per l'ascensore che porta alla piattaforma dell'elicottero, non avendo trovato gli accordi sperati, si sta operando perchè a breve si disponga di un altro ascensore per far fronte alle emergenze.
Il reparto di pediatria come quello di ortopedia sono quelli maggiormente trascurati, c'è un problema di tempistiche nella ricerca di professionisti che però con l'uscita di nuove graduatorie dovrebbe risolversi nei primi mesi del prossimo anno.
"Stiamo lavorando per aumentare lo standard dei servizi - dice Porfido - ma per farlo dobbiamo rispettare i tempi e i costi della trasparenza. Dobbiamo anche istruire i medici a non sprecare risorse per incanalarle in esami diagnostici sicuri come TAC, risonanza magnetica e mammografia".
Un altro importante intervento fatto a più riprese è quello di Oreste Giurlani di UNCEM che ha sottolineato l'importanza di sottoscrivere un patto territoriale all'interno del quale inserire il piano socio-sanitario.
Questo perchè accordi e protocolli sono soggetti anno per anno a nuovi piani finanziari, sottoscrivendo il patto, il piano socio-sanitario dell'ospedale elbano, con tutte le specificità legate alla condizione insulare, sarebbe maggiormente tutelato da una legge.
Sono stati poi i Sindaci a prendere la parola uno dopo l'altro ribadendo la necessità di portare avanti tutti i punti sottoscritti nell'accordo e di non adagiarsi su quello che è già stato fatto che non è comunque sufficiente per assicurare il diritto alla sanità dei cittadini elbani.
E' importante tenere alta l'attenzione su ortopedia e pediatria e non lasciar correre un punto fondamentale come quello dell'assistenza alle famiglie e degli oneri di trasporto sobbarcati dai pazienti per potersi divincolare tra gli altri ospedali del distretto.
Andrea Leto, per la Regione, assicura che il nosocomio isolano non verrà chiuso, anzi essendo uno dei 41 presidi della Regione verrà mantenuto e protetto. E' necessario reperire le risorse e creare un piano socio-sanitario dettagliato che verrà presentato in Giunta Regionale nei prossimi giorni e che diventerà definitivo tra febbraio e marzo 2014.
E' la volta dei commenti dei comitati per la sanità, che con forza ed entusiasmo, hanno ribadito che quello che è stato fatto non è abbastanza, che i cittadini elbani non sono tutelati e che su di loro ricadono sempre oneri economici che non sempre possono essere sostenuti.
Per quanto riguarda la necessità dell'azienda sanitaria di creare una rete tra i presidi ben venga, a patto che si parli di equità e autonomia tra le singole strutture per evitare che il presidio elbano diventi la succursale dell'ospedale di Piombino.
Quindi, alla fine di un lungo incontro, quello che tutti gli elbani chiedono, per voce dei proprio Sindaci o dei Comitati pro sanità è quello di essere tutelati come cittadini e di poter usufruire del loro diritto ad essere curati in una struttura adeguata e di non dover essere legati alle condizioni meteo per vedere rispettato il loro diritto alla salute.